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01 Mar
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Intervista all'autore - Gerardo Lo Russo

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Sono l’emozione dell'arte del creare. Creare è una parola tanto semplice, quanto misteriosa. Scrivere è come produrre un'opera d'arte. Come avviene per una scultura, anche il romanzo si concretizza guardandolo da più parti. Man mano l'idea si trasforma in progetto, poi viene fuori la struttura, infine i dettagli della rappresentazione. In particolare nel romanzo si può giocare con il piacere di ricamarci sopra qualche simpatico e divertente episodio.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Abbastanza. Ogni racconto trae spunto dalle proprie riflessioni, dalle esperienze vissute e dalle speranze che possono verificarsi in futuro. La realtà è la rappresentazione dei propri pensieri, nei pensieri espressi c'è una realtà imprescindibile dalla propria psicologia della percezione. Detta in modo più banale: vivo parecchi contatti rappresentati nel racconto ed a loro dedico il romanzo stesso.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Mantenere una promessa fatta a mio padre, prima che se ne andasse. Aveva il desiderio di offrire una crociera a tutti i figli. Mi piaceva molto l'idea, purtroppo per diversi motivi non s'è potuta realizzare. Allora m'ero posto l'obiettivo di scrivere un romanzo sulla crociera dedicandolo a lui. Lui se n'è andato nel momento in cui l'avevo iniziato. Sono passati sette anni e ho deciso di portarlo a termine. Spero tanto che possa leggerlo nelle altre dimensioni in cui si trova.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
E' stata semplice, perché obbligata da quanto scritto sopra. Ho aggiunto l'aggettivo "Grande" perché ho esteso parecchio il panorama di argomenti su cui intrattenermi.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
L'Asino d'Oro di Apuleio. È un'opera che aiuta a crescere interiormente, e può essere letta molteplici volte, scoprendo sempre nuovi dettagli. Subito dopo il Simposio di Platone. Per le stesse ragioni.
 
6. Ebook o cartaceo?
Dipende dallo stato d'animo del momento. In una giornata uggiosa, priva di sole, preferirei il cartaceo. Al contrario, stando in movimento preferirei l'e-book.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Ho sempre scritto, ho pubblicato poco. Adesso è diverso, ho più tempo e mi affascina poter creare con le parole, al pari delle pennellate o degli scalpelli.
Per me l'arte è diversa nei mezzi, negli strumenti e nei supporti, non nello spirito di ricerca. Perché Arte è Creare Nuova Vita nella Bellezza. Sempre.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Ho vissuto per decine di anni senza dare la giusta importanza ai problemi psichici delle persone. Ho sottovalutato la cosa fino a che, dovunque mi guardassi attorno, mi sono sentito preso da mille problemi comportamentali incomprensibili. Ho percepito come se fossi caduto dentro una ragnatela da cui non potevo liberarmi, come un insetto imprigionato nella rete dell'inconscio. Allora, mi son obbligato a dare dignità a tutte le persone che avevano problemi e che mi erano vicine, a cominciare dalla famiglia, dagli amici e dai colleghi. Ne è uscito fuori un quadro inquietante e vastissimo, a tal punto da chiedermi se non fossi io ad essere contro corrente. Per risolvere l'enigma mi sono posto davanti allo specchio ed ho iniziato a rapportarmi con le persone che non capivo. Il resto lo si legge nel romanzo stesso.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È come un figlio, oppure un amore, lo si vede crescere e siamo felici perché sappiamo che è una parte di noi.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima è stata il bibliotecario a cui l'ho dedicato, ma già altre cinque persone lo stavano leggendo il giorno dopo. Si sa quanto sia difficile stimolare qualcuno a leggere. Secondo me lo scrittore dovrebbe pagare chi legge il proprio racconto. Quando il lettore legge e si immedesima, per quanto possa formulare propri percorsi di conoscenza, è, volente o nolente riportato alla radice di quei percorsi. Alla radice c'è lo scrittore e lo scambio di energie sottili arricchisce entrambi.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sì. Ok. Tutto, purché funzionale alla ricerca di conoscenza, è ben accetto.
 
 
 
 
 

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