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18 Gen
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Intervista all'autore - Jessica Piras

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata in provincia di Milano 40 anni fa. Da sempre orientata verso il prossimo: alle superiori ho intrapreso studi di tipo umanistico/sociale frequentando il liceo socio-psico-pedagogico, mentre poi ho conseguito il Diploma per Infermiere presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università dell'Insubria di Varese nel 2003.
Questo è stato il punto di partenza.
Negli anni successivi affiancando all'esperienza lavorativa agli studi accademici ho avuto modi di testare ciò che a mio parere sono le carenze informative ed organizzative della nostra realtà.
Da qui l'idea di scrivere questa guida in-formativa.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Sicuramente il momento più tranquillo da dedicare alla lettura ed alla scrittura sono le ore serali: quando tutto tace e ci sono minori distrazioni.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
A dire la verità non ho un autore preferito; i libri che amo leggere per rilassarmi sono quelli noir o gialli.
Nell'ultimo periodo mi stanno appassionando anche le biografie.
 
4. Perché è nata la sua opera?
L'opera ha un fine pratico per le famiglie che hanno al loro interno una persona fragile.
Ciò lo si può dedurre anche dal carattere agevole e dal linguaggio semplice e diretto.
Pensavo da tempo di scrivere, ma ho colto l'occasione di concretizzare il progetto per donarlo a mia madre in occasione del suo sessantesimo compleanno.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo.
Non solo il contesto lavorativo, ma anche soprattutto le esperienze di vita quotidiana e familiare.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Dipende dal libro e dall'autore.
Nel mio caso scrivere di questo argomento è stato fotografare la realtà, analizzarla con perizia e capire i punti di intervento.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Molto, direi.
Non solo nel contenuto, ma anche nello stile: semplice, pratico ed efficace.
Questo manoscritto vuole essere, infatti, uno strumento semplice e fruibile; una guida per coloro che decidono di intraprendere il caregivering.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
La mia famiglia mi ha spronato nel cercare di pubblicare.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
La prima copia in assoluto l'ho regalata a mia madre per il suo sessantesimo compleanno - un regalo originale e a dir poco inusuale.
Un'altra copia ad un'amica psicologa che opera nell'ambito della disabilità giovanile, per avere un parere più tecnico sull'effettiva utilità dell'opera.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
A mio parere l'ebook, soprattutto per le nuove generazioni, ha già preso il posto del classico formato cartaceo.
Ma per chi è più della mia generazione la carta ha ancora un certo fascino!
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente è un formato comodo, avvincente con grandi potenzialità!
Puoi rilassarti ad occhi chiusi ed immaginare i particolari della storia, i personaggi e gli ambienti. Fruibile dai più piccoli che possono ascoltare senza necessariamente saper leggere o dai più anziani che hanno problemi di vista.
 
 
 
 
 

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