1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere mi distende e mi rilassa. Mi piace sedermi alla mia scrivania e pensare poi metter giù le emozioni in poesia oppure immaginare e raccontare storie che facciano riflettere ed allo stesso tempo permettano, a chi legge, di immaginare luoghi e personaggi.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Sono presenti i sentimenti, le emozioni, i profumi, i luoghi ed in parte anche la storia stessa o meglio la situazione da cui ha preso avvio la narrazione.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivendo ho cercato di far comprendere, o almeno lo spero,come si debba essere empatici verso gli altri in un periodo in cui molti si chiudono o non si preoccupano del prossimo. Scrivere mi ha aiutata a riflettere su una situazione critica , cercando di trovare una soluzione.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Ho scelto con facilità perché il "profumo di tigli" è ciò che percepisce la protagonista e ciò che ho sentito io per anni andando dai nonni ed ancora mi porta bei ricordi.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Mi piacciono molto i gialli ma leggerei volentieri i libri di Licia Troisi o quelli di Cristina Caboni. Entrambe, seppur in ambiti diversi, riescono ad usare così bene i dati sensoriali da poter immaginare ogni particolare e farmi sentire presente.
6. Ebook o cartaceo?
Subito risponderei "cartaceo" perchè amo la sensazione tattile della carta e da sempre, prima di leggere, annuso i libri, anche a scuola quando arrivano i saggi da scegliere per le classi.
Oggi però mi dirigo verso l' Ebook per tutti i vantaggi, dalla comodità di utilizzo al prezzo accessibile a tutti ed in più, tornando all'ambito scolastico, alla semplicità della lettura anche per chi avesse difficoltà.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
È da parecchio che scrivo ma per me, se così si possa dire. Non ho mai osato pensare di essere uno scrittore almeno per come lo intendo: un personaggio importante, molto bravo nell'esporre le sue idee o pensieri.
Un giorno mi sono decisa ma ancora non penso ad una carriera, chissà...
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Tutto è partito dalla mia professione, la maestra elementare.
Ho sempre adorato raccontare ed inventare storie a volte per rendere più chiari dei concetti o delle situazioni.
Ho notato come l'educazione emotiva fosse importante e necessaria ed ho sempre cercato di far comprendere come certi atteggiamenti,per alcuni di poco conto, fossero poco piacevoli per altri o di far osservare le espressioni facciali per capire se l'altro fosse felice e soddisfatto oppure triste. Non ho aneddoti ma posso dire che sono partita dall'esperienza e dall'osservazione.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Sinceramente ancora non ci credo! Mi sembra impossibile essere giunta qui ma ne sono veramente felice ed emozionata.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il primo in assoluto è stato mio figlio Michele, il più piccolo anche se ha 21 anni.
Il primogenito, Andrea, di 28 mi ha spronata a pubblicarlo ma non lo ha ancora letto.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
A scuola sono la referente per gli alunni DSA, quindi la mia risposta è positiva in modo assoluto perché in questo modo, anche chi abbia difficoltà di lettura, può godere di ogni testo, senza limitazioni.