1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Un continuo attingere dal passato che mi sono reso conto essere fonte inesauribile di ricordi ed emozioni.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Molto. Alcune poesie hanno uno spiccato contenuto autobiografico. Altre, quelle di fantasia, sono comunque rappresentative del mio modo di intendere e comprendere la vita.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Un tuffo nel passato. Recuperare ricordi, situazioni, emozioni, sensazioni, parole... Comprendere ed interpretare col senno del poi il valore dell'amicizia, dell'amore, la fratellanza, il sofferto critico rapporto con la fede e le istituzioni ecclesiastiche che tanto hanno pesato nel mio percorso vitale.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
C'era solo un'alternativa che poi ho accantonato.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Alla base c'è l'amore per Roma e la sua gente. Raccolte poetiche di autori in vernacolo romanesco: il Belli, Giggi Zanazzo, Cesare Pascarella, Trilussa...per me il più grande. Ecco su una ipotetica isola deserta vorrei portare gli scritti, i sonetti, le poesie di quegli autori e studiarne il loro vissuto.
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo!
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non c'è un "quando" e un "perché". E' venuto spontaneo nel corso degli anni raccogliere scritti, racconti brevi, poesie sia in lingua italiana che in vernacolo romanesco. Un'altra passione è la composizione di Haiku, stile poetico giapponese articolato su tre versi sillabati in preciso ordine (5 + 7 + 5). Ne ho scritti circa 1400, in continuo incremento: una vera e propria "mania" che non mi da tregua!
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Per anni, ogni sabato, giravo per i mercati rionali di Roma: in primis i Mercati Generali, poi quelli di Trastevere, di Testaccio, di Piazza Vittorio, di Centocelle di Via Alessandria e tanti altri. Erano una fonte inesauribile di battute, storie, poesie, racconti in versi. Bastava camminare tra i vari banchi e cogliere invettive, cori, canti specie tra opposte fazioni calcistiche: uno spettacolo! Oggi quel mondo non esiste più...
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
E' una emozione forte. Mai avrei immaginato di pubblicare una raccolta di poesie... da lasciare in eredità ai miei familiari, agli amici, a conoscenti e sconosciuti lettori. Grazie alla vostra casa editrice!
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia nipote. Alcune poesie le ho scritte proprio ricordando con lei momenti del mio vissuto.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono sincero, non fa parte del mio mondo: ho una raccolta di libri importante, anche d'antiquariato. Nel trascorso lockdown ho colto l'occasione per catalogarli, ma soprattutto "toccarli", sfogliarli anche solo per vedere le immagini. Bellissime sensazioni!