1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Nato alla fine del Secondo Conflitto Mondiale a Cuneo dove l'odio era il "padrone di casa". Italiani contro italiani, ed è in questa realtà che sono nato e cresciuto: una realtà che ancora oggi, a distanza di più di 70 anni, si sente ancora ben vivida. Due genitori stupendi: Papà triestino, Mamma dalmata. Etnicamente parlando quando mi si chiede a che ceppo io appartenga è giocoforza dire che sono un perfetto "bastardo (nel senso buono della parola).
Le mie radici sono profondamente italiane ma esiste in me una componente che mi fa amare profondamente anche la mia parte dalmata. Studi superiori in Italia e negli Stati uniti: master in Scienze Politiche. La scrittura l'ho sempre considerata la massima espressione della mente umana. Esprimermi con Questa mi è molto più semplice che il farlo tramite la parola, anche se poi la "parola" è stata una componente importante della mia vita. Scrittore non si diventa credo...si nasce! Peccato che la scuola abbia tolto lo studio del Latino: lingua morta è vero che però ti dava sia una "forma mentis" che un corretto uso della lingua e della sintassi. Nella mia vita sono riuscito ad esprimere questo mio amore per la scrittura arrivando a collaborare con "testate giornalistiche" di primo piano facendo diventare questo mio amore un "lavoro a tempo pieno". Sono stato una persona fortunata, facevo un lavoro che mi entusiasmava, che amavo...con questo ho avuta la possibilità di girare il mondo in lungo e largo (essendo pagato per farlo) ho conosciuto culture e popoli diversissimi l'uno dall'altro: ho tantissimi amici in tutti i Continenti. La vita mi ha dato tanto e lo scrivere è stata una componente affinché tutto ciò si realizzasse.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ci sono momenti specifici. lo scrivere è come una bella amante: ogni istante è bello e prezioso per frequentarla.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Wow domanda semplice e complessa nello stesso tempo a cui darò una risposta di pancia: Wilburn Smith per i suoi romanzi ambientati in Africa, Michael Connelly in quanto adoro i thriller, Ken Follett: scrittore che sviluppa i suoi romanzi nei meandri della Storia (altra materia che ho sempre adorato). Fra gli italiani Carrisi o andando un po’ indietro negli anni Curzio Malaparte.
4. Perché è nata la sua opera?
C'era una parte di me che a molti, anche in famiglia non era conosciuta. Io partivo dicendo "Non appena arrivo a Budepest ti chiamo" ma in effetti non era quella la mia destinazione un confine divideva l'Ungheria dalla ex-Jugoslavija erano gli anni '90 da una parte la Pace dall'altra era in atto una Guerra Civile (la più cruenta della fine del Secolo scorso. Rischiavo la vita ogni giorno, ma le persone che amavo dovevano dormire sonni tranquilli e nel caso in cui mi fosse successo qualcosa avrebbero trovato una lettera che avrebbe spiegato loro i perché. La seconda era la voglia di far conoscere alle mie figlie I'amore grande che mi legava alla loro mamma scomparsa troppo presto. Quando Patrizia si ammalò non ebbi mai, né durante né dopo, il coraggio di affrontare questo discorso con loro le volevo proteggere la vita era già troppo dolorosa per me perché addossare anche su di loro questi problemi.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Beh tantissimo. Cresciuto con un'educazione non rigidissima ma dove esistevano dei valori: Famiglia, Onestà e Onore. Ho cercato sempre di perseguirli ed è quello per cui ancora oggi mi batto e in cui credo.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Solo i vigliacchi fuggono dalla realtà: Ciò che ho raccontato nelle pagine del mio libro L'Orma corrispondono a verità ed alla realtà di momenti della vita da me vissuti.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Partiamo dl fatto che nel libro ci sono io al 100 per 100 anche se devo dire che in quelle pagine è racchiusa una parte della mia vita, se questo romanzo avrà consenso nella mia testa è già pronto il "sequel".
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
In primo luogo la mia voglia di raccontarmi e poi l'incitamento da parte di una carissima collega giornalista a dott.ssa Rosalba Ferraioli.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Per ora nessuno.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Spero tanto che i libri non vadano mai a morire nella forma cartacea: niente di più bello del sentire l'odore della carta stampata.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Notevole per le persone non vedenti.