1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Sono una persona che osserva e riflette molto sulle cose. Dopo aver visto o vissuto qualcosa che mi colpisce lo elaboro a lungo e continuo a rimescolare il turbine di emozioni nella mia testa finché non sento il bisogno di far specchiare il disegno dei miei pensieri su un foglio di carta. Solo nel formularli accuratamente, con parole a me gradevoli, riesco a comprendere a pieno i miei pensieri.
La poesia, quindi, fa parte del mio processo mentale, è una cosa che mi viene naturale, uno sfogo.
Per me scrivere è mettere in ordine, trasformare un pensiero o un insieme di pensieri da qualcosa che mi turba a qualcosa che mi accresce.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Come ho detto nella mia prima risposta, le mie poesie partono da me, da innumerevoli avvenimenti che accadono sia all’interno di me sia nell’ambiente esterno che mi circonda.
Partono da un’esperienza concreta e reale, e, soprattutto, non straordinaria.
Nelle mie poesie traggo da avvenimenti quotidiani una visione personale, e trovo che proprio questa sia la mia caratteristica più interessante: la protagonista non è la situazione, ma come la situazione viene vista e vissuta da me.
È il mondo visto da un’angolazione diversa, particolare.
In questo libro rivelo buona parte della mia vita interiore: i miei turbamenti peggiori e le emozioni più travolgenti.
Le sue pagine trasudano umanità.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
La stesura di quest’opera ha accompagnato il periodo più cruciale della mia crescita. Leggendola mi ritrovo e ho la possibilità di analizzare tutta la strada che ho percorso negli ultimi anni, fisicamente ma soprattutto mentalmente. Tuttavia allo stesso tempo mi ricorda anche che, anche se sono cresciuta, parte di me è, e sarà, sempre la stessa.
Comporre la raccolta è stato molto emozionante. Ho recuperato le poesie scritte lungo il corso di alcuni anni da cassetti e quaderni vari e ho raccolto tutte quelle che consideravo degne di essere lette, ordinandole in capitoli in base all’atmosfera che richiamavano.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Per alcuni mesi sono stata molto indecisa sul titolo da dare alla raccolta, perché non riuscivo a trovare una formula adeguata a riassumere la varietà di temi che contiene.
Una sera, però, mentre ero a letto ma non riuscivo a prendere sonno, si sono formulati autonomamente nella mia testa i primi versi della poesia che poi è diventata la più lunga della raccolta, che è stata l’ultima ad essere inserita e che le ha dato il titolo.
Quella sera mi sono alzata per fermare i pensieri sulla carta e da quei primi tre versi sono fluiti facilmente numerosi altri.
Come spesso accade, alla fine ho riletto la piesia completa per deciderne il titolo, e mi è parso chiaro che quello adatto, “Frammenti di pensieri sconnessi”, raccogliesse anche tutte le altre poesie della raccolta, così l’ho assegnato immediatamente anche ad essa.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sul libro vado sul classico: porterei “Harry Potter e il calice di fuoco”, perché a prescindere da quante volte io lo legga, non mi annoia mai.
Se potessi avere con me una scrittrice, invece, porterei Jane Austen, perché la trovo un’autrice estremamente brillante e penso potremmo avere innumerevoli conversazioni affascinanti e profonde. Infatti l’epoca in cui è vissuta e il suo modo di rappresentarla mi interessano molto, e potrei cogliere l’occasione per porle un sacco di domande che mi frullano per la testa di continuo mentre leggo i suoi romanzi.
6. Ebook o cartaceo?
Personalmente trovo che il profumo emanato dalle pagine di un libro, la consistenza della carta tra le dita, siano insostituibili.
Nonostante questo, penso che l’idea dell’ebook sia geniale, e renda molto più economici molti libri, oltre che incoraggiare gli amanti del digitale alla lettura.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non l’ho deciso: è successo. Non ho scritto con l’obiettivo di pubblicare, ma una volta conclusa la raccolta ho pensato potesse essere interessante anche per qualcun altro leggerla... così ho provato a inviare il manoscritto e ho trovato la Booksprint edizioni.
Avevo sempre sognato di diventare una scrittrice di romanzi, ma ora non credo sia la mia strada, e mai mi sarei aspettata che ad essere pubblicate, invece, sarebbero state le mie poesie!
E adesso che la pubblicazione di questa raccolta è andata a buon fine, non riesco a fare a meno di sperare con entusiasmo che magari avrò la possibilità di pubblicarne altre, e non me la farò sfuggire! So di avere molto da dire!
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L’idea di questa raccolta nasce principalmente dalla necessità di ordine tra i numerosissimi fogli pieni di versi sparsi per i cassetti della mia scrivania.
Fare ordine porta a trovare pace anche dentro di sé, e rileggendo a distanza di mesi e, nel caso di alcune, anni, le mie poesie mi è sembrato un peccato non organizzarle in modo schematico.
È stata davvero una bella avventura!
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un’esperienza straordinaria e molto emozionante, soprattutto perché è il primo. Sono molto felice di poter, in qualche modo, condividere le mie idee e i miei pensieri con degli sconosciuti. È un’idea che mi esalta e fa nascere in me la speranza di donare un’emozione a qualcuno dei miei lettori, perché è quello il mio obiettivo primario.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto il mio libro è stata mia mamma. È stata la prima a leggere ogni singola poesia, ed è stata lei ad aiutarmi a fare la revisione della raccolta prima di mandarla alle case editrici. Senza il suo supporto e entusiasmo non sarei qui a parlare con voi. Mia mamma è colei che mi dà sempre la piccola spinta che mi serve per andare oltre i miei limiti. Sono fortunata ad averla accanto.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Trovo che l’audiolibro sia un’idea davvero intelligente. Leggere può essere molto faticoso, e l’audiolibro lo rende più semplice e rilassante.
Ascoltare la voce di un abile lettore ci incanta e ci fa tornare bambini.
Inoltre, l’intonazione ha poteri straordinari: se usata con grazia e abilità può arricchire una storia a dismisura.