1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata a Napoli nel 2002 e cresciuta in un paesino in provincia di Caserta, dove ho portato avanti i miei studi fino al diploma, aspettando adesso di inseguire un mio sogno laureandomi in psicologia.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Basandomi sui miei generi letterari preferiti, ovvero: il drammatico, romantico e il romanzo rosa a lieto fine, alle persone consiglio sempre quei libri, che personalmente mi hanno fatto riflettere sulla vita, sulle persone, sui sentimenti, come: Colpa delle Stelle di John Green, conosciuto dalla maggior parte delle persone, io prima di te di Jojo Moyes, e personalmente amo tutti i libri di Nicholas Sparks, ma al tempo stesso consiglio i libri come: "La banalità del male" di Hannah Arendt, "Il tatuatore di Auschwitz" di Heather Morris, "La ninnananna di Auschwitz" di Mario Escobar Golderos.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Personalmente continuo a preferire il libro cartaceo, l’odore delle pagine, il leggero e quasi impercettibile suono di quando le sfogli lentamente nelle giornate di pioggia, sotto alle coperte ti regala emozioni aggiuntive a quelle che dona di per sé il libro, ma al tempo stesso non posso negare di aver letto in prima persona libri in formato ebook sia perché è possibile leggerlo ovunque ti trovi con più facilità di un libro cartaceo sia perché oggi giorno la tecnologia sta diventando anche un metodo di “conoscenza” e “comunicazione”.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Per me la scrittura è stato un colpo di fulmine. Nei momenti difficili avevo lei come valvola di sfogo che mi aiutava ad affrontarli, anche solo scrivendo piccole frasi o scrivendo una riflessione su una frase, una canzone o un’emozione, iniziavo a stare bene. Posso dire che è stato il colpo di fulmine che al momento mi fa stare bene quando mi sento completamente sola, e che pian piano sta diventando più ponderato senza mai perdere la passione iniziale che mi ha spinto a scrivere la prima parola.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Volevo aiutare con le mie parole, le mie riflessioni le persone che come me, nei momenti difficili si rifugiavano nella lettura. Volevo essere un punto di riferimento per chi in quel momento si trovava solo e non aveva nessuno con cui parlare, io avevo la mia famiglia, ma continuavo a sentirmi sola, così aprendo una pagina vuota di un documento ho iniziato a scrivere. Poi con il passare dei mesi è stato bello vedere che le persone si fidavano di me e si confidavano, mentre io iniziavo ad apprezzarmi un po’ di più e a sentirmi meno sola.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Di lottare per i propri sogni anche quando la paura è più forte, di amarsi o almeno di accettarsi un minino perché nessuno può giudicarci, di analizzare ogni più piccolo segnale, di apprezzare i gesti, di leggere fra le righe di quello che le persone dicono perché non è sempre facile esternare i propri sentimenti o le proprie paure, di affrontare ogni ostacolo che la vita di pone davanti e di amarli, perché è grazie a loro se poi diventi quello che sei realmente, di essere se stessi senza alcuna paura e di non perderai mai il sorriso, persino nei momenti difficili, e se lo perdi di lottare per riaverlo.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Ne ho preso conoscenza nel corso della vita, quando ho capito che grazie ad essa potevo realizzare in parte il sogno che ho sempre avuto nel cassetto, quello di essere accanto alle persone e aiutarle.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Un episodio legato alla nascita del libro, che davvero ricordo con tanto piacere, risale al 27 Maggio 2019, quando ho capito che dovevo fare qualsiasi cosa io volessi e che mi facesse stare bene. Risale al momento in cui completamente sola, in camera fissavo il mio primo tatuaggio e asciugando le lacrime, accesi il computer e sorridendo iniziai a scrivere quel libro che ora mi fa star bene.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Alcune volte mi è capitato, avevo paura, tanta paura ma ho conosciuto persone meravigliose che con piccoli messaggi riguardanti ciò che scrivevo mi regalavano un sorriso e mi riscaldavano il cuore, così riprendevo da dove ero rimasta, perché infondo io volevo portarlo a termine più di ogni altra cosa, ma la paura gioca brutti scherzi.
10. Il suo autore del passato preferito?
Senza ombra di dubbio Giacomo Leopardi.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che gli audiolibri non siano solo ed esclusivamente un’opera letteraria registrata, ma un grande aiuto per coloro che hanno la passione per la lettura ma che a causa di impegni o affette da particolari handicap visivi o motori, non possono leggere.