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07 Nov
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Intervista all'autore - Edoardo Teotti

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto in una valle della provincia di Brescia, tipica zona ad alta concentrazione industriale e manifatturiera, con presenza capillare di fiorenti attività artigianali, soprattutto legate alla lavorazione del ferro. Sono figlio di un artigiano metalmeccanico, maturato in un ambiente familiare e sereno nel quale i valori e l’impegno sono sempre stati la base. La voglia di fare e trasmettere mi hanno sempre dato modo di mettermi in gioco, prima nello studio, frequentando la maturità tecnica commerciale, poi nel lavoro, dopo la laurea in Scienze Religiose, quando ho deciso di diventare insegnante nella scuola primaria. Lo sono tuttora, dopo più di 25 anni. Rimango ancora aperto ad altre esperienze professionali, che non dubito possano lasciare un curriculum positivo nella mia vita. Compresa la possibilità di diventare scrittore professionista.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Nella mia esperienza di adolescente la lettura è stata un elemento molto positivo, anche se devo dire che solo successivamente ho acquisito una vera considerazione della stessa (e della scrittura). Consiglierei ad ogni adolescente di accostarsi alla lettura dei classici, come “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni o “I Malavoglia” di Giovanni Verga. La trasmissione dei valori storici della famiglia e della dignità dell’uomo penso siano importanti per i giovani d’oggi, in lotta per la sopravvivenza in una società contemporanea che non li riconosce o vuole plasmarli senza cognizione di causa. Nei romanzi classici c’è presente la difficoltà dell’individuo nel portare avanti la propria vita giorno per giorno, in mezzo a problemi forti e significativi, forgiando il carattere e stabilendo delle priorità che formeranno la persona del futuro. Alla fine ogni essere umano deve riuscire a definire una condizione sociale ideale, sviluppando i mezzi e le capacità per raggiungerla nel migliore dei modi. Poi ogni scelta letteraria che possa far maturare in positivo viene da sé, ogni esperienza può essere costruttiva.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Direi che questo avvicinamento alla condizione digitale del libro sia positiva, in quanto a praticità e sviluppo delle nuove tecnologie a disposizione dell’uomo. Se poi vogliamo aggiungere la diminuzione dello spreco delle risorse della natura, tutto sembra propendere per la scelta dello sviluppo in questione. Questo pensiero è dato anche dalla mia considerazione del futuro educativo scolastico, volto all’implemento delle tecnologie didattiche informatiche. Come nostalgico del passato però mi dispiace che si possa pretendere di voler quasi annullare la stampa cartacea, perché ritengo che leggere un libro voglia dire anche poterlo toccare, sfogliare, persino “annusare” per godere appieno dell’esperienza che infonde la lettura. Questa è naturalmente la mia idea personale.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Penso che la scrittura sia un amore ponderato, che nasce dal momento in cui un individuo impara a leggere e scrivere e sviluppa una propria idea di accostamento letterario. Dalle prime esperienze poi, come nel mio caso, è nata questa voglia di volersi mettere in gioco e dedicare parte del proprio tempo libero all’espressione della scrittura. Ritengo che con il passare del tempo e dell’impegno questo amore si possa sviluppare, grazie anche alla lettura o condivisione di altre esperienze, affinando le qualità per poter diventare un buon autore.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La scelta di scrivere questo libro è nata quasi per caso, sviluppando un’idea che è partita fin dall’adolescenza nel voler esprimere le mie fantasie letterarie. Il libro è un progetto che si realizza pian piano nella mente e che prende forma fino alla sua conformazione scritta, ma che cambia mentre i pensieri si traducono in frasi e periodi. Secondo me scrivere un libro è un’esperienza personale meravigliosa, come lo può essere per altri avere interessi coinvolgenti per altre cose. Il mio libro contiene una parte di me, del mio pensiero. Cambia con la mia esperienza reale nel contatto con gli altri e l’ambiente che ogni giorno esperimento. Da questo primo libro hanno avuto seguito altri due romanzi, frutto di un’evoluzione personale continua. Sono certo che questa esperienza potrà continuare felicemente, facendo cogliere spunti positivi in coloro che si accostano alla lettura dei miei libri.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Con questo libro vorrei invitare il lettore a pensare ad un mondo pieno di coscienza, nel quale le persone non sono solo partecipi di una storia che condividono con i protagonisti principali, ma che possono vivere e costruire una vita reale all’insegna di quei valori narrati nel testo. Sono convinto che un buon libro, al di là delle proprie appartenenze di genere, deve saper dare al lettore positività e fare in modo che possa identificarsi in valori che si rispecchiano nei suoi. Arrivare alla fine di un libro e rendersi conto di aver avuto piacere a leggerlo è l’esperienza ideale di ogni lettore. Mi piacerebbe in quanto autore anche avere la possibilità di confronto con i lettori, in modo da poter prevedere e costruire insieme la continuazione narrativa di futuri libri. L’evoluzione esperienziale non ha mai fine.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Direi che a questa domanda ho già dato risposta in precedenza, ma tengo a sottolineare che nella mia esperienza personale la scrittura ha preso il sopravvento di altri passatempi che non riempivano totalmente il mio tempo libero, arrivando quasi al pari della lettura e in alcuni momenti a superarla. Non sono certo che altri autori abbiano avuto la mia stessa evoluzione, forse ognuno di noi ha bisogno di costruire e mettere in pratica esperienze diverse.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ricordo di aver iniziato a rendere scritte le mie impressioni alla fine di un periodo purtroppo negativo della mia vita, dopo aver sofferto di problemi psicologici personali che mi stavano portando verso la malattia depressiva legata all’anoressia. Nel rileggere quello che scrivevo, insieme all’amore della mia famiglia, sono stato aiutato a superare quel periodo oscuro e a ricostruire la mia vita nella fiducia di un futuro sempre migliore. Nel mia esperienza di scrittore ho trasmesso le mie paure, riflessioni, ma anche le soluzioni che ogni lettore può avere vissuto (o nel destino vivrà) nella propria esistenza reale.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
In verità fin dall’inizio non ho mai pensato di non portare a termine il libro, la storia nella mia mente c’era già tutta, nonostante questo mio primo accostamento significativo alla sua scrittura. Non avevo idea però di quanto sarebbe stato voluminoso questo mio progetto, se si sarebbe tradotto in un racconto o un vero e proprio romanzo. Una cosa che mi ha fatto riflettere e piacevolmente coinvolgere nell’arrivare felicemente al termine di questo lavoro è aver vissuto un periodo di “work in progress” dove la storia cambiava e assumeva contorni particolari mentre traducevo i pensieri in parole scritte, inducendomi ad allargare l’orizzonte della mia mente fino all’ultimo capoverso del libro. Anche nei romanzi successivi ho avuto questa percezione, sempre più netta. È un’esperienza elettrizzante e coinvolgente, che spero tutti gli autori possano provare.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Ho diversi modelli ai quali trarre ispirazione, ma mi piace ricordare un autore che mi ha dato tanto in base ai valori che ha trasmesso. Parlo di Giovanni Pascoli, che nella sua semplicità ha sempre rappresentato l’ideale dei valori umani, pur nelle grossissime difficoltà che ha esperimentato nella sua vita drammaticamente vissuta contro le avversità. Mi ha sempre colpito la sua ricerca dell’ambiente familiare idilliaco, fortemente voluto anche durante le problematiche sociali e storiche. Ognuno di noi, ne sono convinto, vive esperienze quotidiane diverse, ma è la ricerca di una qualità della vita consapevole e coerente che ci porta a traguardi positivi. O almeno ci fa impegnare caparbiamente per raggiungere tali mete.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non ho molte esperienze sugli audiolibri, per cui esprimo le mie considerazioni da profano. Certamente un buon ascolto di un ottimo libro narrato da un lettore esemplare può essere un’esperienza positiva, al pari di un fantastico film magistralmente interpretato e diretto che coinvolge anche l’esperienza visiva. Posso però affermare che, in quanto insegnante, le storie raccontate, specialmente lette con una certa enfasi teatrale sono molto gradite per le avvincenti situazioni che trasmette il lettore/attore. Poi chi è purista della versione cartacea di un libro, racconto o poesia ha comunque delle motivazioni plausibili.
 
 
 
 
 

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