1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è mettere a nudo l'anima, tirare fuori sogni, emozioni e fantasie che a parole non diresti. L'emozione che si prova è come un corrente un’energia che fluisce dal tuo corpo e arriva al foglio, impaziente di travolgere altri e fare provare lo stesso brivido.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Di reale niente, magari solo il desiderio di un amore di un sentimento che vada al di là degli stereotipi, che sia straordinario e unico. Nel libro c'è il mio ideale di amore, di passione. Qualcosa che ti travolga completamente, che ti spinga ad andare oltre i tuoi limiti pur di vederlo realizzato, che ti ispiri coraggioso e ti faccia vivere in ogni caso una irrinunciabile avventura.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ho sempre amato l'ideale di uomo "bello e maledetto" purtroppo per me... scrivere questo racconto ha significato vivere se pur nella fantasia quella storia d'amore surreale non comune che da sempre, fin da piccola mi ha fatto sognare.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titoli, se pur può apparire semplicistica, ha voluto essere d'impatto
per il lettore, che trovandosi a leggere le prime pagine poteva pensare ad un horror o ad un giallo, mentre ho voluto fare sapere da subito che si trattava di un amore tormentato. Sì c'erano altri titoli che nel tempo avrei potuto scegliere, ma il primo "amore" ???? non si scorda mai. Con questo titolo è partito il racconto e questo ho voluto lasciare.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Porterei i libri di Susanna Tamaro, in particolare rileggerei volentieri "Va dove ti porta il cuore" sarà anche la strada meno sicura, ma per certo la più appagante.
6. Ebook o cartaceo?
Apprezzo la validità dell'ebook e la comodità di reperibilità di un libro.... ma l'odore della carta e l'emozione di sfogliare pagina per pagina un racconto con le dita, non la cambio con niente altro.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Tutto è nato per caso, in uno dei miei viaggi immaginari, ho incontrato i personaggi del libro e ho voluto dare loro una vita, mettendola per iscritto.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Ripeto l'idea nasce da un viaggio fantasioso che da ragazza ho fatto, cosa che per me era piuttosto ricorrente, ero con un amica a fare una passeggiata su al castello in rovina del nostro paese mangiando tarallini al vino bianco ricoperti di zucchero.
Sicuramente il luogo mi ha ispirato, la storia ha cominciato a prendere corpo nei miei pensieri e poi si è evoluta mano mano che la raccontavo, scrivendo foglio per foglio, come se avesse vita propria, non sapevo mai cosa avrei scritto o come proseguivano le cose, semplicemente lasciavo che la storia andasse avanti naturalmente senza forzature, scrivendo la prima cosa che mi veniva cioè come vedevo davanti agli occhi la scena. Senza modificarla.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Grande soddisfazione, incredulità, contentezza. Eufiria.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Le prime persone che hanno saputo del libro sono state le mie cugine Tresy ed Alessia e mia sorella Monica, ma non hanno letto tutto il libro e non conoscono il finale, sanno la trama e qualche indiscrezione.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Interessante.