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BookSprint Edizioni Blog

29 Ott
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Intervista all'autore - Monica Benassi

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata a Trento. Da giovane non vedevo l'ora di andarmene da qui, sognavo di viaggiare, e più viaggiavo più volevo fuggire da questa cittadina di provincia nella quale mi sentivo costretta dal nome familiare a comportamenti socialmente approvabili, senza poter fare esperienza. Detestavo dover pensare sempre al nome di famiglia per non danneggiare l'attività del papà o il nome della mamma. Per poter leggere libri di sviluppo che ora si trovano in qualunque sezione new age, dovevamo andare la mamma e io di nascosto a Padova per non rischiare la scomunica che le avrebbe impedito di insegnare.
Poi sono tornata lentamente e inconsapevolmente alle mie radici, ad amare le mie montagne e i miei laghi e non credo che riuscirei a vivere lontana.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
A me era piaciuto moltissimo "The never ending story" ma penso che potendone consigliare uno solo sceglierei "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury. Secondo me fa capire quanto è importante avere la libertà di leggere, di imparare, di formarsi la propria opinione, per crescere, pensare, risolvere problemi, adattarsi ai cambiamenti. La radio va benissimo, le tradizioni orali, ma la parola scritta ha la magia di farti vivere i sogni, di trasportati altrove... Non per niente ha vinto il premio Retro Hugo come miglior romanzo. Ed è ancora attualissimo visti i telefonini! Mi riconosco un pochino in Bradbury per la passione che ho per la carta stampata e la fantascienza.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Io ho ereditato dalla mamma la passione per la carta, sfogliare un libro, girare le pagine, assaporarne il fruscio, non ha uguali. Ma sicuramente l'ebook offre il vantaggio non solo di un minor costo e quindi maggior possibilità di accesso; non si impolvera e puoi portarne con te tanti con poco peso e spazio, lo puoi leggere ovunque e hai la possibilità di sottolineare e prender note senza rovinare il tomo, fargli le orecchie o segnarlo. Manca il profumo della carta, la bellezza di un segnalibro decorato... ma non si può avere sempre tutto, e dovendo scegliere, è un buon compromesso.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura è un odio trasformato. A scuola prediligevo le materie scientifiche, ma al liceo mi scontrai proprio con quella che me lo aveva fatto scegliere, trovando maggior facilità in quelle umanistiche. L'essere sempre isolata mi ha resa molto sensibile alla comunicazione, che ho approfondito come argomento assieme a psicologia. Mi sono quindi indirizzata prima ad un'università di lingue straniere e poi a lettere moderne, che aveva in comune la maggior parte del piano di studi e i consentiva con pochi esami aggiuntivi di completare il cerchio. Nel frattempo ho frequentato anche una scuola per imparare il linguaggio dei segni. Allora insegnavo ma avevo la passione per l'equitazione, mi misi a collaborare con "Il mio cavallo" scoprendo che potevo scrivere, e nacque il primo manuale. Partecipai a concorsi letterari e mi pubblicarono, cambiai passione e collaborai con Deep per degli articoli sulla subacquea. Mi dedicai allo sviluppo dell'insegnamento come trainer subacqueo e, approfondendo, finii di nuovo a collaborare con le didattiche per i manuali. E poi mi allettavano tre progetti, il primo a prender forma fu questo romanzo.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Dopo anni di attesa per poter accedere alla subacquea, avuto il benestare di papà che lo riteneva uno sport poco adatto ad una signorina, per la prestanza fisica, trovai un ambiente controverso, turistico e accessibile a tutti in una certa forma, ma orgogliosamente paramilitare e sessista dall'altra. Nonostante le difficoltà, incontrai persone fantastiche, e purtroppo qualcuna di loro la persi anche per strada. Questi lutti mi colpirono nel profondo, facendo vacillare le mie sicurezze. Quando arrivò il mio primo nipote, mi sorse il dubbio che stavo confidando troppo in me stessa, e pur amando l'acqua più dell'aria che respiro, scelsi di non rischiare per garantirgli di essere al suo fianco.
Volevo che la mia storia fosse una testimonianza dell'amore per i miei laghi. Volevo provare a far capire a profani e subacquei la mia visione di quel mondo, la bellezza dei laghi, la crescita personale che è nata da questa esperienza e come mi ha aiutato nella vita di tutti i giorni, cambiando la mia mentalità
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Di aprirsi mentalmente, di mettere da parte i pregiudizi, di guardare la vita con gli occhi di diverse età, per non aspettare che le cose accadano, perché ci sarà sempre qualcosa che renderà il momento non giusto: pensiamo che per raggiungere un obiettivo servano tre cose: salute, disponibilità economica, e tempo. Ma nessuna età dispone di tutte e tre le risorse contemporaneamente, per cui aspetteremo invano. Se hai un sogno, componilo in obiettivi secondo la teoria WBS (work breakdown structure), spacchettalo in milestones e ancora, fino a che non ci credi, e a piccoli traguardi puoi realizzarlo. Se sei donna può essere più difficile, ma non mollare: hai gli stessi diritti di chiunque. Non lasciare che la tua felicità dipenda da altri. La felicità è il tuo modo di percepire le esperienze della vita, quindi dipende da te.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Oh no, da piccola speravo solo che qualcun altro facesse i tempi per me. Anche alle elementari mi mancava la fantasia per creare le frasi con il verbo avere! Era molto meglio la matematica. La scrittura è nata dall'esigenza di farmi capire, di sfogarmi perché mi pareva che nessuno sentisse la mia voce se un uomo non imponeva che mi si ascoltasse. È nata per me, come diario. È stata apprezzata nel tempo non solo dagli amici, fino a che mi hanno indotta a scrivere. Analisi di incidenti, perizie, articoli didattici, report delle immersioni... reinventavo le storie classiche per i nipotini, mettendo come protagonisti loro e la famiglia e calandole nella loro realtà, dai tre porcellini a cappuccetto rosso e poi.. il libro si è scritto da solo, rileggendo i miei logbook, i diari di immersione, ricamandoci sopra una storia.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Le emozioni di quando, dieci anni dopo averlo scritto, l'ho riletto. La gioia dell'approvazione del progetto da parte della mia famiglia, che temevo si risentisse, e l'incoraggiamento che ho avuto da estranei che ne avevano degli assaggi.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Il mese in cui l'ho scritto no, ma nei dieci anni in cui l'ho tenuto nel cassetto prima di pubblicarlo ho avuto un sacco di dubbi e paure.
il libro è partito di getto in seguito alla terza scomparsa per colpa della subacquee di un caro amico, e mi è servito per elaborare il dolore, prendere le distanze, ricordare le cose belle che mi avevano portato in questo mondo. Quindi non mi sono fermata neanche un secondo, dedicando tutte le notti (di giorno lavoravo) e le vacanze di agosto alla stesura. Poi l'ho lasciato sedimentare, l'ho riletto con calma per correggerlo, ma le emozioni erano troppo forti ancora. Così l'ho deposto in un angolo. Ogni tanto qualcuno mi chiedeva notizie e gli mandavo un file con dei capitoli. Che inevitabilmente portava a spingere verso la pubblicazione. Ma nessuno poteva convincermi a svelare come sono realmente, a far leggere il mio diario. Fino a che trovai un compromesso e feci la mia scelta. In quest'ultima fase, spesso ho pensato di lasciar perdere.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Macchiavelli, la Mandragola. Ne adoro la trama, lo stile, tutto. Mi fa sempre sorridere. E lo trovo sempre attuale, senza tempo.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mi piacerebbe che “Dolce Acqua Dolce” diventasse un audiolibro con la mia voce. Permette di percepire attraverso il linguaggio paraverbale tutte le sfumature senza perdersi nella comprensione del testo, come una storia raccontata con affetto dai nonni, non importa che età hai. Rilassa e la puoi ascoltare ovunque, anche mentre il dentista ti terrorizza, permettendoti di isolarti e vivere per un momento in un mondo parallelo dove sei al sicuro.
 

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Giovedì, 29 Ottobre 2020 | di @BookSprint Edizioni

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