1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Durante le giornate tutti cercano di trovare il modo per estraniarsi dalla quotidianità e la scrittura è uno dei mezzi più efficaci per farlo, per staccarsi da chi siamo e sentirci liberi attraverso le parole e le storie dei nostri personaggi. Ogni sillaba esprima la volontà di raccontare una storia, un qualcosa di diverso che speriamo possa attrarre anche altre persone.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Come presumo accada nella maggior parte dei casi, l’ispirazione iniziale arriva da ciò che ci circonda, dal reale delle nostre vite e nel mio caso gran parte dei protagonisti sono nati da influenze che ho avuto da persone a me vicine, con le quali, ho anche vissuto in prima persona diversi episodi narrati, quindi si può dire che molto di ciò che il romanzo presenta è stato assimilato da fatti veritieri, per poi essere elaborato ed adattato al contesto.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Aver scritto “L’Angolo d’Incidenza” per me ha significato mettersi del tutto in gioco, tentare di produrre qualcosa che non fosse abbandonato a metà elaborazione, soprattutto perché è stato scritto tra i miei 17 e 18 anni e sono riuscito a bilanciare il tempo per scrivere, studiare e svagarmi.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo non è mai facile, e deve essere di buon impatto, ma non ho combattuto tra tante alternative anche perché deriva da una scherzosa teoria sostenuta da me e dai miei amici.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In un’isola deserta senz’alcun dubbio vorrei avere con me “La Versione di Barney” di Mordecai Richler, un’opera divertente e coinvolgente. Per quanto riguarda lo scrittore sceglierei Irvine Welsh, adorando gran parte delle sue opere e con la sua irriverenza ci si divertirebbe non poco.
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo. Per quanto l’ebook potrebbe essere il futuro della lettura, nulla potrà mai sostituire la bellezza di sfogliare le pagine di un vero libro.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Fin da piccolo ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ho avuto il piacere di sperimentare la seconda producendo una serie di sceneggiature per degli amici, poi concretizzatesi in film indipendenti. Tuttavia avendo continue idee da voler esprimere ho deciso di condensarle in questo romanzo.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L’idea nasce dalla mia volontà di parlare di amicizia, inizialmente volevo incentralo sui dialoghi tra amici, e ciò che mi ha convinto a scrivere è stata proprio una delle discussioni, avvenuta tra di noi; che si trova anche all’interno dell’opera con oggetto quello che sarà il titolo del libro.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un’emozione incredibile, vedere i propri sforzi avere un significato rappresenta quella che è una soddisfazione inappagabile.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia madre.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Potrebbe essere una grande svolta sia per dare un impulso culturale a coloro che non adorano leggere, e senz’alcun dubbio aiutare le persone non vedenti.