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17 Ott
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Intervista all'autore - Luigi Schembri

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato in un grande paese all'estremo sud della Sicilia, famoso per i suoi pomodorini: Pachino, ma ho trascorso tutta la mia fanciullezza in un paese ancora più a sud: Portopalo. A 15 anni mi sono trasferito con la famiglia a Catania dove ho frequentato il Liceo Scientifico. Mi sono arruolato come Ufficiale di complemento in Aeronautica e, passato in servizio permanente, mi sono congedato nel 1988 con il grado di Tenente colonnello. Nel frattempo mi ero laureato in Matematica e quindi fui nominato direttore generale di una grossa società che dopo qualche anno fallì, per cui mi diedi all'insegnamento. Andato in pensione, rimanendo a casa per il Coronavirus mi sono dato alla scrittura e questo è il mio primo lavoro.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Mi dedico alla scrittura tutti i giorni, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18, tranne la domenica e le feste. Elena Ferrante.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Elena Ferrante per il suo “Amore Molesto” e “L'Amica Geniale”, anche se non si sa chi si nasconde dietro quel nome: se è uno pseudonimo di uomo o donna o di una coppia di scrittori. Una teoria mai smentita ne confermata dalla Ferrante, di cui, però non si conosce il volto, ma solo la sua scrittura.
 
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata per un omaggio ai paesi in cui ho trascorso la mia fanciullezza e far conoscere così belli e poco conosciuti.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Quando ero giovane e frequentavo il Liceo, scrivevo poesie, ma poi lavorando ho smesso. Quando sono andato in pensione, smettendo l'attività lavorativa, sono tornato alla mia passione di scrivere e di osservare più attentamente il contesto sociale, che prima, l'immersione profonda nel lavoro, mi aveva fatto trascurare.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me scrivere è un modo di rappresentare la realtà che ti circonda e i fatti che avvengono in essa, con parole tue e con il tuo modo personale di interpretarli.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Parte di quello che ho scritto fa parte di eventi della mia vita e di luoghi in cui sono vissuto
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Mia Moglie Giancola Rossella che mi ha curato e assistito in tutti i momenti più brutti della mia vita e nei miei stati di crisi e instabilità emotiva.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie e a mio figlio.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Ma il futuro per me è un’incognita. Non lo so. Per ora l'ebook tira, ma un domani potrà essere inventato qualcosa di più valido. Il libro invece nella sua stesura cartacea resterà sempre fondamentale.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ecco, questo rappresenta la pigrizia dell'uomo nella lettura. Però rende più facile l'avvicinamento dei giovani ai libri.
 
 
 
 
 

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