1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sinceramente non mi ritengo ancora uno scrittore. Ho cominciato a scrivere il mio primo racconto una quindicina di anni fa e mi sono stupito della facilità con cui riuscivo a tessere la trama ed inventare dialoghi, così ho continuato trovando la cosa un ottimo modo per estraniarmi dai problemi quotidiani. Ho frequentato il liceo classico e poi mi sono laureato in medicina ottenendo la specializzazione in medicina dello sport attività che tuttora svolgo. Sono nato e vivo in provincia di Vicenza ed oltre alla professione, che continua a piacermi, ho un passato di sportivo praticante dal calcio al tennis allo sci fino al triathlon. Un matrimonio alle spalle da cui sono nate Martina ed Angela, gemelle, ora convivo con la mia musa ispiratrice, Mary e le nostre figlie Anavida e Valentina. Mi diletto a suonare il pianoforte e l'organo Hammond e quando ho l'opportunità ed il tempo ne approfitto per viaggiare.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
All'inizio di questa esperienza, forte dell'entusiasmo, mi capitava di prendere foglio e penna ogniqualvolta mi veniva l'ispirazione, a qualsiasi ora del giorno ed anche di notte. Ora invece avendo i pomeriggi impegnati dal lavoro approfitto della tranquillità del mattino in cui sono solo a casa per stendere le idee maturate nel corso del giorno precedente o della notte.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un autore preferito e spazio da un genere all'altro. Entro in libreria e mi aggiro tra gli scaffali sapendo che sarà uno o più libri ad attirare la mia attenzione e quelli vado ad acquistare.
4. Perché è nata la sua opera?
La morte negli occhi è nato come seguito del mio primo racconto La fine di un incubo è l'inizio di un sogno pubblicato nel 2018 c/o altro editore il cui finale lasciava intravvedere la possibilità di ulteriori sviluppi. Inoltre era l'occasione di raccontare, in modo chiaramente fantasioso, una esperienza di viaggio realmente vissuta.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia dove la lettura ha sempre rappresentato il modo migliore per passare il tempo libero e per i miei genitori i soldi per i libri erano sempre ben spesi. Gli studi classici poi hanno sicuramente contribuito ad accrescere l'interesse per la letteratura in genere. Del resto negli anni della mia gioventù Valdagno, la città dove sono nato, offriva molte occasioni di crescita culturale basti pensare al premio Marzotto e di conseguenza la mia formazione ne ha tratto un sicuro beneficio.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Direi senz'altro entrambe le cose. Nel mentre scrivo mi estraneo dal contesto reale ma al contempo descrivo e racconto di personaggi, ambienti e situazioni che derivano dalla quotidianità.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Direi tutto. Mi immedesimo nei personaggi e cerco di trasferire in parole le sensazioni provate nel ricreare certe ambientazioni e circostanze.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Certamente la mia compagna Mary cui devo molti degli spunti e delle trame descritte.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
In realtà a nessuno fino a quando ho deciso di proporlo a BookSprint.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
È probabile anche se personalmente sono ancora fortemente legato al formato cartaceo. Forse il contatto diretto con qualcosa di tangibile mi appare più coinvolgente.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non ne ho alcuna esperienza se non di quando leggevo io le storie alle mie figlie per farle addormentare ma non ho ricordi di avere impresso a fondo il senso della lettura. Del resto non vorrei si rivelasse una scusa per non impegnare la mente come chi al posto di leggere aspetta di vedere la stessa storia rappresentata in un film.