1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono napoletano, famiglia di nobili origini sveve asburgiche, il Castello Fiertler del 1307 è ancora visitabile oggi in Austria. Italiana dal 1870. Mio nonno ing. ed imprenditore si trasferì in Calabria per lavoro nel 1907. Con orgoglio vi è una piazza Fiertler a Cosenza Castiglione.
Mio padre, ing. e celebrato eroe della seconda guerra mondiale, nel dopoguerra si trasferì a Napoli, fu professore universitario. Qui sono cresciuto ed ho studiato nelle migliori scuole. Sono il capostirpe dei Fiertler napoletani, ho 4 figli. Non ho mai trascurato di dirmi convinto di essere stato legionario della famosa DECIMA INVICTA dell'antica Roma, in altra vita. Ho due lauree e per 35 anni i prodotti chimici e tecnici per auto FIERTLER sono stati nelle vetrine di settore in tutta Italia e all'Estero. Da veterano mi sono trasferito nelle proprietà di Calabria. Abito a Palazzo Fiertler prospiciente lo stretto di Messina. Ho amato la lettura sempre e l'ho trasmesso ai figli, fin da piccoli. Leggevo loro, e li facevo leggere. Raccontavo loro storie da me inventate. Sono anni che in famiglia mi suggeriscono di scrivere, e con la nascita nel 2019 del mio nipotino Giulio, ho deciso di farlo. Desidero che ricordi attraverso il mio libro, suo nonno quando sarà grande.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La notte, fino al mattino presto, sento lo scorrere delle parole come un ruscello fresco e pulito.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Bernard Cornwell, Wilbur Smith.
4. Perché è nata la sua opera?
Per lasciare un ricordo di me ai miei discendenti. Per continuare a sostenere attraverso il mio scritto, la conservazione dei valori della società e della famiglia, unita al sentimento di amore per la Patria. Contro un nichilismo ideologico e sabbiomobilista. Infatti non trascuro di ricordare tali valori attraverso le gesta di Giulo il guerriero. Per raccontare la storia con semplicità, comprensibile per i ragazzi ed i grandi.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale, le regole di comportamento formali di bon ton, di disciplina cui sono stato educato, mi spingono a spiegare con semplicità quanto sia importante per i giovani genitori, apprenderle e tenerne conto nell'educazione dei figli. Rispetto per le donne, per i più deboli, per le istituzioni, per i nonni.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
È un modo di raccontare la realtà. È per me una biografia dei miei antenati, come avrebbero potuto vivere nel basso Medioevo. Ai tempi del Sacro Romano Impero, di cui do spiegazione nel testo.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C’è molto di me, e moltissimi lettori potranno ritrovare loro stessi.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Avevo già tutto in mente, ma la nascita di mio nipote, mi ha fatto determinare a lasciare un ricordo di me alle nuove generazioni di famiglia.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mio figlio, poiché ama leggere molto, e mi fido del suo giudizio. Egli ha 34 anni.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Bisogna avere spazi a disposizione nelle case per i libri, che costituiscono anche un elemento decorativo in chi ama le case con ricordi. Non credo che sia il futuro l'ebook. Ma un compagno di viaggio del libro.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Un altro compagno di viaggio del Libro classico.