1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è uno sfogo. Quando ho un problema con un amico o un'amica, quando ho una cotta per un ragazzo, quando ho voglia di piangere, quando non so come esprimere a parole quello che sento, scrivo. Le emozioni che provo sono tante ma più cresco più mi rendo conto che non riesco più a scrivere di getto quello che sento. Prima di parlare di un’emozione o di un sentimento ho bisogno di viverlo a pieno e di conoscerlo al meglio. Inizio a scrivere di esso solo verso la fine o direttamente alla fine di quell’emozione. Come se la scrittura fosse la chiave per passare oltre.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo libro ci sono frasi, pensieri e dialoghi che a volte si rifanno alla mia vita personale. Nella prima stesura Federica si comportava esattamente come mi sarei comportata io in determinate situazioni. Quando ho rivisitato il romanzo ho deciso di staccarmi un po’ dal personaggio per mantenere la mia privacy. Sicuramente le persone che non mi conoscono non possono trovare questi riferimenti ma chi mi vive ogni giorno li coglierà al volo.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere LOST è stato un riscatto personale. Non ho mai pensato di poter scrivere e pubblicare un libro vero e proprio, invece ce l’ho fatta.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata molto divertente in realtà. Considerando che la prima 'pubblicazione' di questo libro è stata fatta su Wattpad, necessitavo di una copertina. Solitamente usavo una piattaforma online chiamata Canva e tra le copertine di libri utilizzate come esempio ce n'era una in particolare con lo sfondo formato da un bosco in bianco e nero. Considerando che l'idea iniziale era di creare una storia misteriosa, l'immagine era perfetta. Ed indovinate? Il titolo scritto sulla copertina era LOST.
Ma la storia è solo iniziata. Più andavo avanti con la scrittura dei capitoli più capivo che LOST non era abbastanza come titolo. Non rappresentava l'essenza della storia. Perciò ho chiesto ai miei lettori di trovare un acronimo di Lost ed una di loro ha proposto L'unico Ostacolo Sei Tu. Anche se l'acronimo è imperfetto rappresenta sotto diversi aspetti il manoscritto. Ogni personaggio viene rappresentato con un difetto che non gli permette di apprezzarsi al cento per cento, ogni personaggio ha un ostacolo da superare che vive dentro se stesso. E inoltre rappresenta il modo in cui tutto il progetto si è sviluppato: con l'aiuto dei miei più cari (e primi) lettori.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Probabilmente porterei con me Sogni e Favole di Emanuele Trevi. Non è il mio scrittore preferito ma è stato un libro che non dimenticherò mai. Ogni pagina ha qualcosa da insegnarti. Vorrei tanto saper scrivere come lui.
6. Ebook o cartaceo?
Come in ogni cosa ci sono i pro e i contro in entrambe le scelte. Il formato Ebook è più conveniente, reperibile in qualsiasi momento e su qualsiasi mezzo elettronico ma nonostante questo preferirò sempre il buon vecchio libro cartaceo. Mi piace sfogliare le pagine ingiallite e annusarne l'odore. Avere un libro cartaceo tra le mani è come avere la vita dei personaggi tra le dita, un po' come se l'avessi scritto anche tu. è difficile da spiegare.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Credo nella crescita attraverso la lettura. Perciò scrivo perché spero di far crescere, sotto qualsiasi punto di vista, il mio lettore. Sarebbe fantastico se mentre quest'ultimo legge il mio libro rimane confuso tanto da rivedere i suoi ideali. Anche quelli più semplici. O se semplicemente si ritrova nella storia o nella sofferenza di qualche personaggio e con la condivisione del dolore riuscisse a superarlo più facilmente.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Questa storia è un’eccezione. Ho scritto altre storie su Wattpad che hanno riscontrato un discreto successo, ma per quelle avevo fin da subito un’idea chiara e precisa in mente. Per LOST questo non è mai accaduto. Ho iniziato a scrivere i primi capitoli senza pensare a niente. Né a quello che avrei scritto dopo, né ai personaggi che avrei aggiunto. La storia teneva i lettori sull’attenti e ansiosi, senza sapere cosa aspettarsi dal capitolo successivo, probabilmente perché nemmeno io sapevo cosa avrei scritto l’indomani. Ho seguito l’intuito. Solo a metà libro mi sono guardata indietro ed ho capito che avrei dovuto iniziare a dare delle risposte, a chiudere il cerchio. Solo in quel momento ho iniziato a strutturare e programmare i capitoli successivi, senza mai esagerare. Volevo quello che non riuscivo a trovare nei libri che avevo letto fino ad allora. Perciò ho creato quello che mi mancava. Ecco come è nato LOST.
L'aneddoto più divertente che posso darvi risale a tre anni fa, durante la prima stesura. Ero in un campeggio in Sardegna con la mia famiglia. Li non c'era mai connessione ad Internet perciò non sapevo mai come pubblicare i miei capitoli. Così ogni giorno mi rifugiavo alla reception poiché era il luogo dove la connessione andava più veloce. Stavo lì qualche ora a rileggere il capitolo, pubblicarlo e leggere i commenti dei capitoli precedenti. Da allora mio padre insiste che se dovessi scrivere un sequel dovrei scriverlo proprio lì, seduta davanti alla reception di un campeggio della Sardegna.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Beh non riesco ancora a leggere la copia stampata. Non riesco a credere di essere stata io ad aver messo insieme tutte quelle parole creando una storia degna di pubblicazione. Averlo tra le mani è un’emozione che ancora non so descrivere e vedere le altre persone con il mio libro in mano è ancora più indescrivibile.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Sinceramente non posso dire con certezza chi sia stata la prima persona a leggere il mio libro dato che la prima stesura è stata letta da migliaia di lettori. Mi ricordo di una ragazza in particolare che è stata la mia lettrice più accanita, Alice. Non l’ho mai conosciuta dal vivo ma ci ho sempre parlato tramite Instagram. Lei mi ha accompagnato attraverso tutta la stesura di qualsiasi storia mi venisse in mente. Mi ha sempre supportato e non vedo l’ora di vederla con il mio libro in mano. Tra le persone invece più vicine a me credo che la prima a leggere la storia sia stata mia cugina, Giorgia. Anche lei mi ha sempre sostenuto fin dall’inizio e talvolta mi aiutava o mi dava dei consigli. Ma una persona importante è stata Ilaria, la prima compagna di classe che ha letto il mio libro. Talvolta faceva riferimenti al mio libro mentre parlavamo o se succedeva qualcosa e la cosa era strana e bella allo stesso momento. Tutto questo fa capire che senza di loro, senza i miei lettori questa storia non sarebbe nata.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo sia geniale. Non l’ho mai sperimentato ma sarei molto curiosa nel provarlo. Grazie alla scuola ho imparato che per capire a fondo un testo e il significato che vuole trasmettere, il rispetto per la punteggiatura è fondamentale. Spesso noi leggiamo senza veramente curarcene ma sono sicura che se la stessa pagina letta da noi venisse letta da una persona che invece è veramente capace il risultato sarebbe completamente diverso.