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BookSprint Edizioni Blog

19 Ago
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Intervista all'autore - Arianna Atzeni

1. Come è nata la sua passione per l'Africa?
Fin da piccola ho sempre saputo che prima o poi sarei andata in Africa, è sempre stato un richiamo, come avere il mal d'Africa senza esserci ancora stata. Quando, da adolescente, dicevo a mia madre che avrei voluto fare una missione umanitaria per aiutare i bambini meno fortunati, lei mi rispondeva che crescendo avrei dato priorità ad altre cose; aveva ragione, ma quell'idea non mi ha mai abbandonato. La vita mi ha messo in condizione di mettere da parte quel pensiero, ma poi l'occasione si è presentata quasi per caso, il momento era arrivato! Sono partita in Kenya con la Fondazione "DAVIDA", è stata un'esperienza che mi porterò dentro per sempre.

Promuovo in maniera attiva le iniziative della Fondazione che segue diverse missioni in Kenya. Sono stata nella struttura di "Langata" a Nairobi e in quella di "Tuuru" a nord del Paese. La prima ospita i bambini da zero fino alla maggiore età, mentre la seconda si occupa di bambini e ragazzi affetti da disabilità, in alcuni casi anche molto grave. Proprio perché conosco quella realtà, le difficoltà che affrontano ogni giorno i bambini e i ragazzi, ma anche le persone che si occupano di loro, ho deciso di devolvere l'intero ricavato delle vendite del mio libro alla Fondazione. Il mio contributo e quello di tutti coloro che decideranno di comprarlo farà la differenza, potrà regalare un po' di serenità a chi è stato meno fortunato.

2. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Assolutamente colpo di fulmine! La scrittura è passionale, è il risultato di un impeto immediato, scaturito da un'emozione, da uno stato d'animo o da un tormento. La scrittura è comunicare, facendo emergere un sentimento che non può tacere.

3. Cosa l'ha spinta a scrivere questo libro?
Ricollegandomi alla domanda precedente, scrivere questo libro non poteva essere una scelta ponderata ma è stata una scelta istintiva. Il motivo che mi ha spinto, è stato un bisogno di esprimere qualcosa, dire cosa avevo dentro.

4. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il messaggio è quello di riuscire ad entrare in contatto con i propri sentimenti, molte persone hanno difficoltà a farlo, ma sono convinta che sia importante imparare. Conoscere le proprie emozioni e saperle esprimere ci permette di prendere maggior consapevolezza della nostra personalità e di capire meglio gli altri. Le emozioni sono l'essenza dell'anima...vale la pena ascoltarle e viverle pienamente! La mia raccolta di poesie vuole essere uno specchio, in cui tutti possono immedesimarsi e vedere se stessi, ritrovando tra le righe quegli stati d'animo o i turbamenti vissuti che caratterizzano l'esistenza.

5. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
La scrittura è sempre stato un sogno nel cassetto, fin da piccola ho capito l'importanza di lasciare un segno, una traccia tangibile della propria vita, che altri potessero condividere. Ho sempre creduto che l'immortalità dell'anima potesse esistere e potesse esprimersi attraverso ciò che lasciamo di noi stessi su questo mondo.

6. Ci descriva il percorso che ha caratterizzato la scrittura del suo libro e se c’è un episodio in particolare che ricorda con piacere?
Più che un episodio singolo, la nascita e la scrittura dei componimenti è legata a un percorso interiore. Le mie poesie, soprattutto le prime, descrivono sentimenti di rabbia e di tristezza, caratteristici di esperienze dolorose ed episodi tormentati della mia vita. Le emozioni, col passare del tempo, si caratterizzano in un senso di smarrimento tipico di quella fase in cui non avevo ancora piena consapevolezza di me stessa. Alla fine però, grazie alla sicurezza di ciò che sono diventata, trapela nelle righe delle poesie più recenti una sorta di serenità, per aver finalmente trovato il mio posto nel mondo. Ciò che considero con più piacere del mio libro è il risultato finale, il punto d'arrivo del mio viaggio interiore.

7. Ha mai pensato, dopo la stesura del libro, di non pubblicarlo?
Sì, tante volte. Nonostante l'importanza di condividere l'esperienza del mio percorso, la pubblicazione è stata una decisione molto combattuta. Rendere pubblici i miei componimenti significa, per me che sono una persona piuttosto riservata, mettere a nudo la mia esperienza e permettere a tutti coloro che leggeranno il mio libro di conoscere la mia interiorità. Per fortuna ha prevalso la parte che mi ha suggerito di condividerla!

8. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry. Trovo che per un adolescente sia un racconto di facile lettura, ma ricco di messaggi capaci di far riflettere sui veri valori. "Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".

9. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell'ebook?
Il fascino del libro cartaceo penso sia intramontabile, l'odore della carta e la sensazione tattile data dalle pagine. Credo sia un peccato perdere una tradizione di stampa iniziata con la prima Bibbia di Gutenberg nel 1455. D'altra parte l'eBook ha, dalla sua parte, l'immediatezza nella lettura e la facilità e velocità di reperibilità. È innegabile come la tecnologia oggi sia il mezzo di comunicazione più diffuso, uno strumento che, da un punto di vista commerciale, non ha barriere.

10. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È molto emozionante, soprattutto perché il mio libro non è nato per essere pubblicato. Le mie prime opere, scritte a matita su un quadernino, sono rimaste chiuse in un cassetto per più di vent'anni. Un po’ di tempo fa ho vinto un concorso letterario che mi offriva la pubblicazione ma non ero pronta, rifiutai. Solo con gli anni ho maturato l'idea, che oggi si è concretizzata. Non ho mai pensato di diventare una famosa scrittrice, il mio successo è questo!
 

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Venerdì, 21 Agosto 2020 | di @BookSprint Edizioni

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