1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Non ho mai deciso di diventare scrittrice, ma scrivo da sempre per passione. All'inizio tenevo tutto chiuso nel cassetto, ma un giorno un mio amico mi consigliò di pubblicare il mio primo libro che fu nel 2015 da quel momento mi sono aperta alla scrittura con coraggio e determinazione.
Sono nata a Tursi in provincia di Matera, la scelta di trasferirmi a Padova 22 anni fa, mi ha permesso di affrontare il divorzio e pensare solo alla mia tanto desiderata ricerca dei perché.
Io sono sicura che non potrei vivere senza la scrittura e le mie ricerche. Oggi sono la mia ragione di vita più di quanto lo siano state in passato. I miei libri trattano problemi sociali per avvicinare il lettore a qualcosa di più importate: la comprensione del vero significato della vita e della morte.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La mattina e qualche volta di notte, di sicuro quando sono concentrata e senza impegni; sono questi i momenti in cui riesco a scrivere senza l'intromissione della mente. Quando scrivo non posso fermarmi per nessuna ragione altrimenti perdo la connessione, quel filo di energia che arriva non so da dove, ma scrivo senza nemmeno guardare i tasti che devo premere.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Mi piace leggere tutti i libri che si addentrano dove niente e come sembra, oltre ciò che appare. Mi piace Michio Kaku, Vadin Zeland, Fabio Marchesi, Rudolf Steiner (anche se morto continua a ispirarmi come tanti altri). Mi piacciono tutti i libri dei vari cerchi medianici, in particolare quelli del cerchio Firenze 77 e molti altri.
4. Perché è nata la sua opera?
Ho iniziato a scrivere (da sempre) per avere un dialogo con me stessa, in seguito ho proiettare all'esterno il mio interesse sperando di trasmettere ad altri il succo di quanto ho appreso sia dentro che fuori di me. Ogni esperienza della mia vita ha fatto i conti con l'esplorazione interiore. Questo libro è nato dopo la mia esperienza dolorosa di divorzio e dopo aver cercato dentro di me le risposte, in seguito ho sentito il bisogno di cercare fuori, anche negli scritti antichi come quelli di Platone che riporta anche il pensiero di Socrate. Quello che ho appreso mi ha risollevata e incoraggiata ad accettare e credere nelle mie scelte dettate dalla coscienza che non ha mai smesso di urlarmi.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ha influito tanto perché io credo che il mondo esterno a noi, sia uno specchio nel quale individuare i nostri compiti sulla terra, ma soprattutto, ci avverte che qualcosa non va dentro di noi e non fuori. Fino a quando punteremo il dito fuori, il contesto sociale rimarrà fermo o peggiorerà. Praticamente, io sono nata in quel contesto che mi ha permesso di scrutare dentro di me per trovare le risposte che mi hanno fatto evolvere spiritualmente.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Sicuramente un modo per raccontare la realtà che sento dentro di me e che mi emoziona e sprona a scrivere. La realtà è una proiezione del nostro intimo che interpretiamo in base alle nostre esigenze evolutive, incomprensioni che potrebbero avere radici provenienti da altre vite. Il mondo fisico serve per portarci ad esplorare noi stessi e non i fatti degli altri.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Io parto sempre dal mio vissuto, da me scrutato e classificato, per poi trasformarlo in semi da offrire a chi un giorno vorrà coltivarli nel proprio giardino spirituale. Il mondo, essendo lo specchio della mia anima è normale che anche fuori ci siano problemi che in qualche modo mi appartengono. Dare uno sguardo al mondo, dopo aver scrutato il mio mondo interiore, mi permette di vedere anche tutti i potenziali ed eventuali comportamenti che potrebbero attivarsi in qualunque momento. Ovviamente, il nostro libero arbitrio e la nostra evoluzione potrebbero attivare o disattivare in base a come noi abbiamo ripulito il nostro mondo interiore.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Qualcuno no, ma qualcosa sì. Le mie scelte di vita mirate principalmente al benessere spirituale anche a discapito di quelle materiali, mi hanno dato la possibilità di dedicare alla ricerca una media di sei ore al giorno. La mia mia vita privata mi ha ispirata alla ricerca dei perché.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Il mio primo libro l'ho fatto leggere ai miei amici perché a quei tempi non avevo abbastanza fiducia nelle mie capacità.
Oggi, dopo vari libri, soprattutto gli ultimi, non sento più il bisogno di farlo leggere a nessuno, ma sono io che mi trasformo in un lettore cercando di essere estraneo al materiale e stare in ascolto delle emozioni che prima devono arrivare a me. Se non mi emoziono io non lo pubblico.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sì, ma la magia del cartaceo è tutt'altra cosa.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo sia un grande segno di evoluzione e interesse, verso chi non potrebbe godere del beneficio di una buona lettura.