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22 Lug
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Intervista all'autore - Hilary Zordan

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è diventato senz'altro indispensabile per esprimere le mie emozioni e raccontare fatti che la mia immaginazione riesce a creare basandosi su un semplice luogo in cui mi trovo o su una semplice storia che mi passa per la testa.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Beh diciamo che di reale c'è poco niente, anzi, le uniche cose reali della mia vita presenti in questo libro sono i luoghi dove avvengono i fatti come lo spogliatoio della scuola che frequentavo o la salita che ho dietro casa. L'ispirazione dei racconti mi è venuta proprio mentre mi trovavo lì e mi guardavo intorno facendo viaggiare l'immaginazione.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest'opera è stato senza ombra di dubbio un modo per dare sfogo alla mia immaginazione.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Avevo varie idee che mi vagavano per la testa ma pensandoci e ripensandoci sono riuscita a trovare il titolo più adatto.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Probabilmente porterei IT di Stephen King. Tra tutte le sue opere, che a parer mio sono a dir poco fantastiche, IT lo trovo una delle migliori insieme all'opera Shining.
 
6. Ebook o cartaceo?
L'Ebook è senz'altro un modo innovativo che permette di poter leggere qualsiasi cosa si voglia sopra al proprio smartphone o a qualsiasi apparecchio elettronico, ma è anche vero che la sensazione di tenere un libro tra le mani e sentirne il profumo, profumo di carta, la trovo insostituibile.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Diciamo che la cosa è stata alquanto improvvisa, sinceramente prima di tre anni fa neanche mi piaceva l'idea di scrivere qualcosa come testi o racconti, anzi pensavo che mai ne avrei scritto uno, finché un giorno a scuola come compito l'insegnante ci fece dividere a gruppi per scrivere e creare delle storie con un genere in particolare e da lì ho scoperto che mi bastava semplicemente liberare la fantasia e unirla con la mia passione per gli Horror.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Sinceramente all'inizio avevo iniziato a scrivere tanto per passarmi un po' il tempo, poi, dopo aver scritto una serie di racconti decisi di provare a buttarmi e a inviarli a questa casa editrice con l'appoggio di persone a me molto care.
Un aneddoto che mi piacerebbe raccontarvi è su un racconto in particolare, "Lo spogliatoio" che è stato il racconto che mi ha richiesto più tempo degli altri, correzioni su correzioni anche se nella mia testa già sapevo come sarebbe andata, il tutto ebbe inizio nello spogliatoio della mia vecchia scuola, quando con una mia amica ci siamo accorte che sopra alle mattonelle bucherellate si trovavano diversi sacchi neri e croci su ognuna di esse e da lì iniziai a fantasticare su varie ipotesi Horror.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Beh, senz'altro è una forte emozione dato che non avevo molte aspettative positive a riguardo soprattutto essendo la prima "creazione", ma comunque spero possa continuare ad andare così bene come ora.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Allora, se parliamo del libro vero e proprio mia nonna che era super contenta e felice essendo anche un'amante dei libri, sennò comunque mi era già capitato di aver fatto leggere in "anteprima" dei testi alle mie migliori amiche.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia un nuovo modo di vivere all'interno di una storia, avere una voce che ti racconta filo e per segno una storia scritta ti fa immedesimare ancora meglio nei fatti e a fantasticare realmente con l'immaginazione per vivere a pieno le azioni che avvengono.
 
 
 
 
 

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