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01 Giu
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Intervista all'autore - Luca Polli

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Si inizia a scrivere proprio perché il semplice fatto di rappresentare sulla carta una emozione recente o passata crea nello scrittore un momento magico che gli rimane e si ripropone ogni volta che lo si va a rileggere, meglio di una lozione assuefante.
Ogni individuo prova emozioni personali e provate, ma la scrittura è un gesto che proviene dall'intimo, proviene da un momento o da un periodo che resta particolarmente legato a noi e che crea emozioni così forti al punto da voler imprimerlo per sempre.
La scrittura poi è sempre, in ogni momento della giornata, i pensieri si evolvono, cambiano, si arricchiscono, è così che un libro prende forma, struttura ed inizia ad avere una storia di senso compiuto.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Secondo la maggior parte degli scrittori contemporanei e del passato, un libro è sempre autobiografico anche se in parte, rappresenta sempre una parte della nostra vita, dei nostri sogni e pensieri anche là dove c’è solo una rappresentazione scenografica degli avvenimenti.
Concordo con loro e aggiungo che anche io come loro faccio parte di quello stimatissimo gruppo.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Potrei dedicare molte e significative parole per descrivere il significato della scrittura, mi limiterò a comunicare l’unica sensazione, quella primaria, rievocazione, ricordo e rispetto per le persone che hanno preso parte alla recita del mio libro e che io ho fatto rivivere anche se solo per il breve periodo della lettura.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo del mio libro è arrivato prima della stesura del libro, lui ha indicato a me ciò che dovevo dire alle pagine bianche che dovevo riempire, per cui solo un titolo, quello.
Il titolo era la fine dei miei pensieri e l’inizio della scrittura.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Io penso che ogni libro sia bello e conosciuto che non, racchiuda e rappresenti le stesse intenzioni e le stesse emozioni nate nella stesura del manoscritto, per cui se leggendo il libro si dilungasse il momento i cui entri nel libro io pazienterei e continuerei con enfasi nella lettura in rispettoso silenzio per capire dove e perché' lo scrittore mi vuole portare la dove la strada da lui è indicata.
 
6. Ebook o cartaceo?
Sono per le cose pratiche, l'ebook lo è, ma l'odore o il profumo della carta delle pagine all’apertura e la lettura di un libro, la tecnologia non le regala.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
La mia non vuole essere una carriera nel mondo della scrittura ma una bella passeggiata del fine settimana con le persone giuste e con il sole che ne colora la pelle.
La carriera la si può definire in un lungo tempo la mia invece vuole essere una piacevole e costante rappresentazione di ciò che provo e della mia sensibilità in ciò che rappresento e in ciò che penso , il lettore rispetto ai miei piaceri della scrittura spero che ne possa apprezzare i sapori che ne vorrei rappresentare con la voglia di sentirne sulla pelle tutte le fragranze, allora sì ,ho dato un senso a ciò che ho creato.
Il senso della scrittura lo si deve apprezzare nelle emozioni che lo scrittore ha sicuramente provato nella stesura e poi in quelle che ha cercato di rappresentare.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Questo libro nasce in un giorno in cui con mio figlio abbiamo fatto una lunga passeggiata in mountainbike in lombardi sulle rive del Naviglio.
Elogiava le mie fantasiose narrazioni quando lui e suo fratello erano piu piccini ed ancora ricordava bene tuti i protagonisti delle storie da me raccontate, al che mi disse di scrivere un libro e che lo avrebbe letto con piacere.
Dopo vari tentennamenti una notte non presi sonno, ma non presi sonno perché il libro prendeva corpo nella mia testa e le immagini della storia che avrei dovuto scrivere si intersecavano prepotentemente nei miei ricordi e nei miei occhi, e per la paura di dimenticarli man mano che affioravano, li dovevo trascrivere tutti su dei fogli di carta.
I fogli sono diventati molti e raggruppandoli...
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Sì forse emozionante o forse deludente, è una emozione che ancora non ho avuto il piacere di provare ma che sicuramente funge da stimolo per le edizioni future ma soprattutto per gli sforzi compiuti per la realizzazione, e per tutte le ansie e i tentennamenti prima e durante tutta la stesura del manoscritto.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il primo a leggere il mio manoscritto, obbligatoriamente per una forma di rispetto, è stato mio figlio, il quale mi ha chiesto di scriverlo, avuta la sua approvazione l'ho riletto e modificato tante volte quante sono state le volte che i ricordi affioravano e mi indicavano momenti piu precisi e situazioni piu evidenti.
Chiaramente un romanzo, lo dice la parola, sceneggia le situazioni in modo da poterle rappresentare in un libro, altrimenti sarebbe la trascrizione di uno psicologo il cui contenuto sarebbe legato al segreto e non divulgabile.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audio libro è senza dubbio una idea interessante per tutte quelle persone legate allo stress e alla mancanza del tempo, un qualunque riproduttore può tenerti compagnia ed emozionarti mentre sei affaccendato in altre cose leggere o durante i perenni spostamenti da un luogo all’altro, l'enfasi della voce che narra regala comunque grande emozione.
 
 
 
 

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Giovedì, 25 Giugno 2020 | di @BookSprint Edizioni

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