1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato in periferia. A Roma. Dopo la scuola mi iscrissi all'Università. Ma fui subito costretto ad arruolarmi (cioè: a vincere un difficile concorso). Studiai lavorando. Alla Procura di Roma ne ho viste più di Carlo in Francia. Comunque mi sono accorto che studiare diritto è utile. Dopo l'infarto fui congedato e mandato in pensione. Ho sofferto tanto e gioito tanto. Non ho più paura della morte. Voglio vendere tanti libri per poter fare beneficenza. Già lo faccio. È giunto il momento di vedere gli invisibili. Come sono diventato scrittore? Non lo ricordo.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
In qualsiasi ora.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Fernando Pessoa.
4. Perché è nata la sua opera?
Perché ero triste.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Tanto, tutto.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Tutte e due le cose.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
L'80%.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
No.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A un'amica.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Può darsi.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Interessante...