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23 Mag
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Intervista all'autore - Marco Signor

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato e vivo tuttora ad Asolo. Vivo la mia vita cercando sempre di vedere sia le cose belle che quelle brutte con la giusta prospettiva ritenendomi un inguaribile ottimista. A conti fatti è una vita qualsiasi con un lavoro qualsiasi ma con una specialità: realizzare i miei sogni sapendo che 10% è talento e il 90% è lavoro. Ho deciso di realizzare il sogno di scrivere dopo che una persona disse "pensa a quello che sei, diventalo". Ritengo di essere una persona che fatica a parlare di sé.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un momento che preferisco ad un altro. Mi concentro con più chiarezza di sera, quando c'è più silenzio.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un autore che preferisco ad altri. Il genere è importante.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Senza un motivo particolare. Il poliziesco è sempre stato un genere da me preferito e così mi sono detto se lo immagino lo posso scrivere.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
In parte. Asolo è una città murata con radici romane e questo ha stimolato il fascino del mistero portandomi da autodidatta a ricerche anche storiche.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambi. Ritengo che l'evasione dalla realtà ti porti a vederla da un altro punto di vista.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Non penso che ci sia veramente qualcosa di me. Forse il personaggio di Diego è una mia proiezione.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Solamente una persona: io.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia sorella, la quale mi ha aiutato allo sviluppo e al consolidamento del romanzo e dei suoi personaggi.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
In parte. C'è una coscienza che si sta facendo avanti e che mi trova in parte d'accordo. Ma lo scrivere è un atto tangibile che non si può rinchiudere in un libro virtuale.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
La tecnologia ci deve solamente aiutare altrimenti non ha nessuno scopo.
 
 
 
 
 

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