1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata a Pisa in Toscana ma sono poi partita per il Sud America dove ho vissuto 5 anni. Tornata in Italia, sempre a Pisa, mi sono poi spostata per la vita e per il lavoro in vari luoghi della regione, fino a che non mi sono definitivamente fermata a Firenze dove tuttora abito.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Consiglierei di cominciare a leggere i classici, la letteratura russa dell'Ottocento, per arrivare poi ai moderni preparato al meglio per apprezzare sia il modo di scrivere, sia il contenuto di quanto scritto.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Penso che se si deve accettare la tecnologia con i suoi passi giganteschi e, spesso, fuori controllo, si debba accettare anche l'eBook ma personalmente considero il libro cartaceo un compagno, un corpo intero da tenere fra le mani, vicino agli occhi, con cui dialogare segnando i nostri appunti, sottolineando le frasi illuminanti o criticando ciò che non si condivide.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Per me è stata un colpo di fulmine se, per colpo di fulmine si intende una passione nata molto presto e poi diventata un bisogno essenziale per tutta la vita.
Come un alter ego, con cui dialogare, discutere e condividere.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La memoria importante di una parte della mia vita, il desiderio di non cancellarla mai, di portarla con me fino alla fine. Come se da quella vita non volessi separarmi, come se conservarla mi permettesse di riviverla e di restare parte di quella vita.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Forse il messaggio di godere di ogni più piccola esperienza, di aprirsi al mondo, di non giudicare, di non programmare, di trattenere la bellezza che ci circonda ogni giorno anche se poi, i momenti brutti verranno. Di credere nella semplicità che ci cattura e non farci catturare dalla complessità che ci inghiotte.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Non ho cercato la scrittura, la scrittura ha cercato me per un bisogno essenziale, una specie di simbiosi, una sintonia senza spiegazione razionale, io e lei sorelle siamesi.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Un momento di pace e di nostalgia, seduta in mezzo a un prato verde, lontana dai suoni e dai rumori della città, leggendo le poesie di Garcia Lorca, la storia ha preso forma nella mia mente e prepotente è stato il mio bisogno di incorniciarla, come il quadro che sullo sfondo della mia città mi catturava.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No. Perché era già dentro di me tutto intero, è sgorgato senza che lo studiassi o ne organizzassi il percorso, come un bisogno di liberarmene per poi cullarlo tutta la vita.
10. Il suo autore del passato preferito?
Ho amato molto Tolstoj e Dostoevskij, ma anche Tiziano Terzani e tanti altri. Ho cominciato con i romanzi ma poi sono arrivata ai saggi e infine anche ai gialli che, per tanto tempo, non ho considerato letteratura. Leggere è leggere, per me qualcosa di indispensabile alla vita. Leggo i contemporanei ma non mi lasciano molto.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ovvero un libro da ascoltare? Non mi piacerebbe perché per me la lettura deve essere accompagnata dal silenzio. Per immergersi e diventare parte della storia o della filosofia o della trama poliziesca. Diventare parte del libro.