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BookSprint Edizioni Blog

06 Mag
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Intervista all'autore - Johnny Adams

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Trani, ho svolto una vita da impiegato amministrativo contabile per 37 anni, dall'età di 16 anni ho sempre avuto la passione di scrivere testi musicali per il settore Musica ottenendo l'iscrizione presso la SIAE il 1971, non ero ancora maggiorenne; ho collaborato con case discografiche, ma ho dovuto smettere "il mestiere", ma non ho mai smesso di scrivere; ho ottenuto l'iscrizione nell'albo regionale dei pubblicisti e fino ad oggi ho realizzato oltre 400 diversi manoscritti in cui mi sono occupato di tutto ciò che fosse utile conoscere. Come la realizzazione di una corrente umanitaria che punta a trasmettere elementi di etica umana molto necessari per i tempi ultra tecnologici cui siamo andati incontro.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Io ho sempre consigliato di leggere di tutto, anche di ciò che non si ha modo di comprendere appieno, perché il non sapere non aiuta a crescere ed invece l'uomo ha bisogno di ricercare, per se stesso: per il suo spirito interiore e per aumentare le capacità mentali.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Trovo che sia un vero dramma, nulla ripaga più di un libro in mano, hai la possibilità di leggerlo con attenzione, ritornare indietro; rileggerlo per cercare qualche passo che ti aveva 'preso'; un libro lo puoi 'torturare' appuntando note, sottolineando certi periodi...questo è uno degli eventi che ritengo negativi per lo sviluppo della tecnologia moderna; non credo che si troverà mai gente che per quantità sia così quantificabile quanto possono esserlo le persone che almeno qualche libro a casa propria lo terranno sempre!
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Io mi sono 'ritrovato' nella scrittura perché mi è sempre piaciuto scrivere, ricordo che a scuola nel fare talune schede di formazione io sceglievo quelle che avessero argomenti e regole grammaticali più ardimentose per l'età che avevo. Poi quando mi capitò di incontrare la mia prima "fiamma" giovanile per me fu come varcare la porta di un mondo che ho semplicemente tentato di rappresentare, raccontare, identificare e riferire a quanti non lo facciano per pigrizia, per incapacità oppure solo perché poco ispirati.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Quando scrissi questo libro attraversavo un momento particolare, in concomitanza di un mio compleanno, cominciavo a chiedermi se avessi già passato la linea del "tutto il meglio era stato vissuto" oppure se avrei incontrato in un futuro nuovo, in una seconda occasione un altro genere di vita magari più fortunata e nel frattempo mi sgorgavano poesie cose se fossero "monadi" di Leibnitziana memoria....dando largo spazio a ciò che mi rapiva l'animo.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Siamo esseri umani, ma non ci rendiamo conto di quante capacità, di quanta sacralità vi è in noi. Se riuscissimo a vivere da veri uomini potremmo realizzare tanto e comportarci in un modo che è diverso da ciò che la cronaca ci porta a conoscenza delle cattive azioni della stragrande maggioranza di uomini; per fortuna qua e là vi sono alcuni esempi luminosi di quanto l'essenza spirituale che è in noi possa infonderci a credere in un mondo migliore; per questo occorre che vi siano insegnamenti etici che debbano essere trasmessi fra noi.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Come ho già detto, scrivere canzoni era il mio sogno adolescente; ricordo che uno dei miei testi venne giudicato 'poco musicabile' nel 1973; in realtà quel testo era davvero molto in avanguardia... testi simili oggi li senti da chiunque, Tiziano Ferro nel 1973 avrebbe avuto vita difficile ad avere successo come avviene oggi: ecco io ero un po' così, ma rispettavo le metriche di quei tempi; ero capace di riscrivere testi di altri o di mettere parole in italiano su brani esteri.
Per me oggi - dopo 40 anni di scritture - semmai il problema è che i manoscritti degli anni ‘70 sembrano 'leggeri' rispetto a quelli che ho scritto magari oggi, ma perché la sensibilità del mio animo è profondamente sceso nell'essenza spirituale che è in noi.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Nel libro menziono il mio nipotino, a dimostrazione del compito di aiutante alla sua comprensione, (essendo peraltro affetto dalla sindrome di Asperger), ma i miei suggerimenti sono per tutti, uomini e donne - senza distinzione.
È un messaggio affidato ad una capsula del tempo, sono convinto che in tanti vorrebbero veder risolti molti interrogativi che accadono nel corso della propria vita. Io ho provato ad indicare una via abbastanza corposa.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, non ho mai 'smesso' di scrivere qualcosa; non mi è mai capitato.
Sono certo che in ogni manoscritto che ho realizzato esista qualcosa di me, qualcosa del mio messaggio, che è importante, che vada recepito; inoltre è un personale contributo alla cultura che non è semplicemente scritta da me, per me; ma è una parte dell'essenza spirituale che in me che possa trovare collegamento con chi legge le mie pagine e che insieme a lui quella citazione che io posso aver 'toccato' ispiri al meglio l'altro essere umano.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Il mio autore preferito era Aldo Lado, aveva uno stile davvero particolare e tuttavia non se ne poteva fare a meno di leggere un suo libro fino alla fine.
Lo menzionai ai miei esami di stato (in Ragioneria).
Per taluni aspetti alcune mie composizioni sembrano riproporlo.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Io ho frequentato un corso di regia cinematografica e televisiva, pensare a cosa abbia portato tecnica e tecnologie nel cinema è cosa davvero iperbolica, ma la cultura che è nata su carta e si è tramandata in rotoli e manoscritti vari non la vedo abbastanza utile e pratica con strumento altamente tecnologico come può essere l'audio libro. Quando esso dimostrerà di aver contribuito ad una reale diffusione della cultura magari correggerò il mio giudizio, ma oggi io non credo che se regalo un audio libro ad un anziano -fosse pure mio padre- possa capire come funziona e se funziona.
 
 
 
 
 

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Mercoledì, 06 Maggio 2020 | di @BookSprint Edizioni

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