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04 Mag
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Intervista all'autore - Filippo Lago

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Nasco a Padova il 29 maggio 1992. Fin dalla nascita mi trovo a convivere con una importante patologia, la Spina Bifida. Fin da bambino imparo a convivere con le difficoltà che una patologia come questa mi pone davanti quotidianamente e pian piano, riesco a tramutare le difficoltà in opportunità. Tutto questo ha richiesto un graduale ma significativo lavoro personale che mi ha portato ad acquisire la maturità necessaria ad affrontare la vita.
Non ho mai pensato di diventare uno scrittore, nè mi considero tale. Semplicemente ho voluto mettere su carta usando le parole, la mia vita.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Molto dipende dagli impegni lavorativi. Talvolta questi mi vedono impegnato per l'intera giornata, costringendomi a dedicarmi alla scrittura soprattutto la sera.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho preferenze verso un autore piuttosto che un altro. Quando uno scritto mi incuriosisce lo leggo indipendentemente dall'autore.
 
4. Perché è nata la sua opera?
La mia è una storia fatta di alcune difficoltà, ma al tempo stesso grazie alle mie tante passioni e attività che mi vedono coinvolto, le difficoltà diventano stimoli. Cosi, circa un anno fa ho iniziato a pensare di scrivere un libro autobiografico. Ho pensato a lungo, non è stata una decisione facile. Verso la fine dello scorso anno mi sono definitivamente convinto a iniziare a scrivere la mia storia e cosi, giorno dopo giorno, il mio libro ha preso forma. Sostanzialmente la motivazione che più di altre mi ha convinto a scriverlo, è stata la voglia di dare soprattutto ai giovani il messaggio di non arrendersi nonostante le difficoltà alle quali la vita talvolta ci pone davanti.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Se ci soffermiamo nello specifico della mia formazione letteraria, non particolarmente. Se invece esaminiamo la mia autobiografia, il contesto sociale nel quale vivo ha contribuito suscitando in me emozioni e ravvivando importanti ricordi.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Credo sia un modo per raccontare la realtà, o meglio, nel mio caso trattandosi di una autobiografia è stato un modo non solo di raccontare la realtà, ma anche di rispolverare vecchi ricordi.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Mi riconosco totalmente, ho voluto produrre uno scritto autobiografico proprio per raccontare la mia storia con annesse difficoltà, paure e traguardi da raggiungere. Ho voluto con questo mio scritto, non solo dare un messaggio che ritengo sia importante e significativo, ma anche offrire una testimonianza.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Non una persona in particolare. Mentre il mio scritto prendeva forma, si faceva sempre più costruttivo e importante il rapporto con i genitori. Loro sono stati importanti nel riportare alla memoria episodi di quand'ero piccolo e per questo non potevo ricordare. Ma non per questo mi sento di dire che qualcuno più di altri si sia rivelato fondamentale.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ai miei genitori.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
L'evolversi della tecnologia ha senz'altro contribuito a dare un nuovo volto anche alla scrittura. Sicuramente l'ebook avrà una significativa importanza circa il futuro, tuttavia nonostante la mia giovane età e il buon rapporto che ho con la tecnologia, continuo ad apprezzare maggiormente la carta.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mi riallaccio alla domanda precedente. Rappresenta una importante evoluzione per quanto concerne la fruizione di nuovi contenuti.
 

 

 

 

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Lunedì, 04 Maggio 2020 | di @BookSprint Edizioni

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