1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Innanzitutto grazie per avermi concesso questa intervista.
Sono un ragazzo di 31 anni, nato a Bolzano l'11.10.1988 e vissuto nella bella Appiano per 25 anni.
Attualmente abito in Lombardia, nella provincia di Milano. Sono laureato in Sociologia e specializzato in Scienze criminologiche. Sono impiegato nella security aziendale e sono co-referente regionale per l'Alto Adige dell'Albo Nazionale Sociologi.
Amo scrivere, lo faccio fin da quando ero piccolo. La mia prima paziente lettrice, la mia cara nonna materna Lina.
Adesso ho deciso di scrivere "seriamente" e di trasmettere le opere che creo. Mi piacerebbe poterci associare anche la musica perché compongo canzoni e colonne sonore inedite.
Credo che scrittori non lo si diventa ma si nasce, come in tutte le arti, nonostante possono essere apprese con lo studio e la pratica.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento preciso, ma è tutta questione di ispirazione. Nonostante la società è sempre più votata alla frenesia ed alle molte distrazioni, penso che l'ispirazione possa nascere in tante situazioni. A volte però è necessario anche un po' cercarla, soprattutto se si decide di dedicarsi alla scrittura come professione.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Murakami Haruki, assolutamente. Lo trovo semplicemente intrigante e kafkiano.
4. Perché è nata la sua opera?
Per una lunga serie di riflessioni, mai terminate. Ecco perché, per me, questo non è un libro che ha una "fine". Riflessioni sicuramente "sofferte", elaborate, a volte solo intuite e sussurrate, ma sempre protratte verso la Ricerca.
Spero davvero che possa essere l'inizio conduttore di una nuova narrativa.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Groucho Marx diceva che "al di fuori del cane, il libro è il miglior amico dell'uomo". Lo studio, la lettura, la scoperta delle opere classiche, di testi antichi e l'interesse per svariate tematiche di saggistica migliorano la persona.
Più un uomo studia e più ha la responsabilità verso il prossimo.
Per quello che mi riguarda la mia formazione letteraria mi è sempre stata d'aiuto per vedere le cose della vita sotto diverse sfumature.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Credo che scrivere non sia mai una totale evasione dalla realtà come non è mai un modo assoluto per raccontarla.
La scrittura apre gli occhi ed è un potente veicolo. Può confortare quanto terrorizzare, informare quanto trarre in inganno e può fare anche innamorare.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Sicuramente, di me c'è molta riflessione ed intuizione.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nessuno in particolare. Importante è stata la contemplazione del silenzio e della natura, in particolare la nebbia, la neve, i boschi ed il mare.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Il primo a leggere "Nel Nulla il Tutto" fu il compianto Professor Roberto Cotteri, grande pedagogista ed insegnante di sociologia e filosofia.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Questa è una domanda che state facendo ad un nostalgico.
Sicuramente l'ebook è un'ottima soluzione in risposta alle problematiche ecologiche, sopperisce a molti costi di produzione, riduce l'occupazione di spazio vitale e permette ai lettori di accedere a minor prezzo a tante opere letterarie in qualsiasi momento.
A mio avviso, e lo dico da nostalgico, l'ebook è giusto che ci sia ma questo mezzo non deve sostituirsi del tutto al caro "vecchio" cartaceo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro credo sia molto importante. Non solo perché permette l'ascolto di una produzione letteraria mentre si guida o mentre si è impegnati a sbrigare le faccende domestiche di routine. Quello che più conta è il dare la possibilità ai non vedenti, o a coloro i quali hanno altre difficoltà fisiche, al non rinunciare alla cultura ed a una "diversa" lettura.
Mi auguro che un domani tutti i libri possano essere convertiti anche in audio libri, magari accompagnati anche da una bella musica a tema in sottofondo e sempre con doppiatori capaci di trasmettere con enfasi il testo.