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23 Apr
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Intervista all'autore - Vincenzo Occhipinti

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato in una città stupenda (Erice), cresciuto a Marsala, perché figlio di Papà Marsalese e Mamma Trapanese, di certo la mia infanzia non è stata per niente semplice. Nel periodo in cui sono nato mettere alla luce un bambino senza essersi sposati era un dramma sociale ed era un motivo di giudizio per la coppia, ma nonostante tutto l'amore che legava i miei genitori vinse su tutto. Cresco in una borgata per niente servita da mezzi pubblici e per andare a scuola vi era solo un modo, dato che Papà andava a lavorare il mattino alle 5:00 e tornava a casa alle 22:00 quindi l'unico modo era andare a piedi, mano nella mano con Mamma che per paura del giudizio rinunciò alla patente dì guida cercando di proteggermi dall'ignoranza sociale che viveva quel luogo in quel periodo.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Gli impegni giornalieri tante volte cercano di togliere focus alla scrittura, ma io riesco sempre a concedermi un momento unico, sì, perché scrivere significa riportare in superficie tante EMOZIONI dormienti, in pratica ci fa ritornare bambini. Preferisco concedermi alla scrittura nelle prime ore dell'alba, anche perché è scientificamente provato che la nostra mente in quelle ore è più attiva, quindi quando gli impegni professionali me lo consentono ne approfitto, altrimenti scrivo la sera prima di cena per farmi un aperitivo con un amico speciale, il bimbo che c'è in me.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
In realtà sono più di uno, ma se ne devo citare uno dico "Marco Barba" leggere la sua opera significò l'inizio del mio cammino da scrittore, inoltre Marco è stato un mio docente oggi è un amico.
 
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera nasce per due motivi semplici ma nello stesso tempo tanto emozionanti: uno perché quando decisi l'argomento che volevo scrivere mi sono chiesto, cosa può ricevere, chi leggerà il mio libro? Che benefici ne può trarre? quindi le stesse domande hanno già una risposta ed è quella di AIUTARE raccontando le mie esperienze vissute riguardo tutte le aree della vita, da quella privata a quella professionale ma con un un occhio di riguardo a chi è pervaso dalle dipendenze, io stesso fui schiacciato dalla dipendenza dell'alcol e oggi sono qui a raccontarlo senza paura ma semplicemente per aiutare.
Il secondo motivo è realizzare un sogno di mia madre realtà, Mamma l'ho persa giovanissima a causa di un cancro, lei aveva un grande sogno, ed era quello di adottare un bimbo/a, a distanza, nella sua vita non gli è stato possibile, quindi ho deciso che gli incassi della mia opera vanno in beneficenza.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Tantissimo, c'è un detto, e dice così: "noi siamo ciò che leggiamo" spesso rimango incredulo, quando mi trovo in situazioni simili a ciò che ho letto in qualche libro. Leggere è cultura ed è formazione, anche perché se riflettiamo un po', la cultura è la capacità di imparare esperienze altrui, da chiunque che possa essere un uomo autorevole o che abbia autorevolezza oppure ricco o povero o che abbia una laurea o la terza media, tutti noi siamo stati accolti in questa terra per dare un contributo, quindi leggere anche un libro di fantascienza può insegnarci sempre qualcosa.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
È assolutamente un modo per raccontare la realtà, anche se ritengo giusto e doveroso dire che la realtà vera vera non esiste è compromessa dai nostri valori e convinzioni, mediante quest'ultimi riteniamo vero un qualcosa, quindi quando comunichiamo con la scrittura stiamo semplicemente divulgando la nostra realtà.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Ci sono io al 150% con le mie debolezze con il mio coraggio con l'amore con la mia volontà di essere utile a questo mondo con la paura ma con tanta tanta gratitudine nei confronti dell'ossigeno che respiro, che è il primo carburante che tiene in vita ogni essere vivente. Il libro sono io ma con la promessa di riscrivere altre pagine della mia vita facendo uso delle strategie imparate dal passato, sì, perché anche io faccio uso delle strategie che regalo ai miei lettori.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Rispetto tutte quelle persone che sono stati utilissimi nel far sì che SE VUOI VINCI fosse diventato libro, mi consenta di ringraziare i miei genitori per avermi donato la vita, quindi di fondamentale aiuto alla stesura del mio libro.
Di fondamentale aiuto è stato l'ingegnere Giuseppe Giacalone, scrivendo la prefazione e avendo fatto la rilettura, un'altra amica che ha voluto rileggere la mia opera, la casa editrice BookSprint che ha sposato l'opera con professionalità, competenza e spirito di collaborazione, e poi altri protagonisti che cito nel libro come Alessandro, Alessia, Marco, Ania, Antonina, Beatrice e i miei fratelli.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
In realtà l'abbiamo letto insieme ad alta voce ed è stata Beatrice, amica e collega di studi.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Se devo essere sincero, l'ebook mi piace molto, penso che sia il futuro anche se il fascino del cartaceo per quanto mi riguarda ancora prevale, io quando leggo un un ebook dopo ne compro una copia cartacea.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ne faccio uso in auto per riascoltare ciò che ho letto in precedenza, tendenzialmente noi percepiamo con i nostri cinque sensi: esempio, vi è il canale visivo (ebook) con la luminosità possiamo soddisfare questo canale di percezione, poi vi è il canale kinestesico ciò con gusto, olfatto e tatto, possiamo soddisfare questo canale con il (cartaceo) e poi ci sono gli uditivi che percepiscono con il suono quindi (audiolibri) sono perfetti, quindi viva l'innovazione e benvenuto all'audiolibro.
 

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