1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato in un paesino di meno di duemila abitanti, a circa trentacinque chilometri da Cagliari, sesto di otto figli. Mio padre era l'unico vigile urbano del paese e nel Comune svolgeva svariate mansioni tra cui il controllo del territorio, che conosceva benissimo e di cui mi parlava spesso. Mia madre era casalinga e aveva il suo bel da fare per accudire alle faccende di casa, senza l'aiuto di nessun elettrodomestico, e a "combattere" soprattutto gli ultimi quattro figli (perché i primi quattro erano emigrati in cerca di lavoro) che, secondo i parametri odierni, sarebbero stati definiti iperattivi.
Sono cresciuto in un ambiente semplice e povero ma sereno e sano negli anni in cui, dal vecchio e tradizionale modo di vivere agro-pastorale, si passava (forse troppo velocemente) al nuovo, al "progresso", caratterizzato dall'arrivo della corrente elettrica, prima, e dalla televisione, dopo.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
A tutti, bambini, adulti e anziani, consiglio sempre di leggere molto e di tutto perché chi più legge, più sa, e chi più sa, più vale. Sul mercato ci sono molti libri adatti agli adolescenti ma, poiché ogni essere umano è diverso da tutti gli altri, più che un titolo specifico, agli adolescenti consiglio di tener viva la curiosità per tutto quello che li circonda e di soddisfarla con la lettura scegliendo i libri di volta in volta, possibilmente, con l'aiuto dei genitori e/o degli insegnanti.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Il progresso tecnologico è inevitabile e sicuramente utile per una maggiore diffusione delle opere letterarie, ma prendere un libro cartaceo in mano è tutta un'altra esperienza: sfogliandolo e leggendolo si instaura un rapporto più diretto con l'autore e lo si può conoscere meglio. L'utilizzo della tecnologia anche in questo campo, se da un lato ha, o può avere molti vantaggi, dall'altro crea una sorta di "distanza" tra l'autore e il lettore. È la stessa differenza che c'è tra il fare una ricerca su una enciclopedia oppure una ricerca su Internet.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Mi è sempre piaciuto scrivere. Quando risiedevo all'estero facevo addirittura un esercizio sia in italiano che in altre lingue: pensavo una frase con soltanto il soggetto, il verbo e il complemento oggetto e poi, con l'utilizzo di aggettivi, avverbi e altre parti del discorso, cercavo di trasformarla in una frase ironica, o tragica, o divertente e così via.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Questo lavoro non è nato con l'intento di farne un libro ma col solo scopo di conoscere il passato, la storia più antica, del mio paese natio e del suo territorio sul quale ho sempre sentito raccontare tantissime leggende che, da piccolo, mi facevano sognare di un tempo, ormai lontano, di grandezza, di ricchezza e di importanza. La decisione di pubblicarlo è nata, in seguito, dall'esigenza e dal desiderio di condividere le mie "scoperte" con gli altri nella convinzione che le conoscenze acquisite non sono solo mie, ma appartengono a tutti.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Spero che coloro che leggeranno questo lavoro capiscano prima di tutto che per ottenere dei buoni risultati in qualunque ambito si sia attivi, ci vuole passione, impegno, pazienza e perseveranza e che, in secondo luogo e molto più pragmaticamente, anche là dove sembra non ci siano potenzialità di crescita e di sviluppo (come nel mio piccolo paese) se ne possono trovare se si guarda la realtà quotidiana con occhi desueti.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Scrivo da moltissimi anni per semplice personale diletto ma anche, specie negli ultimi anni e in momenti difficili, a scopo terapeutico in quanto la scrittura è un ottimo mezzo per superare, prendendone le distanze, esperienze dolorose e/o traumatiche che a tutti capita di vivere.
Sono convinto che la parola, sia essa pronunciata che scritta, così come pensavano gli Antichi, abbia un grande potere di cui noi abbiamo, purtroppo, perso la consapevolezza.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Quando scrivo qualcosa ho l'abitudine di farlo leggere a qualche amico o amica per sapere cosa ne pensano. Quando, negli anni novanta del secolo scorso, scrissi la prima versione delle mie ricerche (di cui questo libro è una sintesi) la feci leggere a un'amica che, quando la rividi qualche giorno dopo e le chiesi se fosse riuscita a non addormentarsi dopo la prima pagina, mi rispose che la sera prima aveva preso in mano il manoscritto solo per dargli un'occhiata veloce, ma che non era riuscita a smettere di leggere fino a quando non arrivò all'ultima pagina alle prime ore del mattino.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Come ho detto sopra, questo lavoro non è nato per essere pubblicato ma solo per soddisfare la mia sete di conoscenza del passato del mio paese e del suo territorio. Certo ci sono stati dei momenti in cui ho sospeso la ricerca, in toto o solo in una sua parte per i più diversi motivi, ma non ho mai pensato di interromperla definitivamente e ogni volta che la riprendevo ciò avveniva con rinnovato entusiasmo. Non per niente le più recenti scoperte le ho fatte nei primi mesi di quest'anno.
10. Il suo autore del passato preferito?
Non ho un autore preferito, né del passato né contemporaneo e, per spiegare questo fatto, posso solo dire che mi è capitato più di una volta di leggere più libri in un solo giorno raggiungendo il record di quattro in sole ventiquattrore.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non l'ho ancora provato personalmente ma credo abbia molte più potenzialità dell'eBook in quanto vedo in esso una sorta di ritorno all'antichissima trasmissione orale, che per secoli, se non millenni, è stato il mezzo attraverso il quale le civiltà, le culture e le tradizioni hanno potuto conservarsi nell'inesorabile scorrere del tempo.
Per non dire, poi, della riscoperta dell'importanza delle vibrazioni che le parole pronunciate trasmettono o possono trasmettere e che, sempre secondo gli Antichi, potrebbero essere utilizzate per gli scopi più disparati.
Ma forse questa è un'altra storia.