1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Educatrice professionale adoro mangiare i limoni con la buccia. Figlia unica, adorata, amata, viziata, coccolata, nutrita, educata da mio nonno classe 1904.
Studio e scelgo chi amare, nel DNA la libertà.
Ho vissuto per 28 anni nel Paese dei fiori, Pescia, ma il mio sogno era quello di vivere al mare dove mi sono trasferita dopo la mia laurea in Scienze dell'Educazione, il mio habitat naturale.
Vivo a Castagneto Carducci da 19 anni, tutto per merito di un mio amico di Università, che mi disse: "Stasera conoscerai l'uomo della tua vita e non te ne pentirai. Ricordo che mi strinse la mano, io lo baciai e due minuti dopo ci sposammo. Rachele nacque immediatamente, dopo poco nacque mio figlio Enzo.
Dopo la nascita dei miei figli, muore mio padre, una figura per me importante.... E qui il Master sui diritti umani e diritti dei bambini. Mi trasferisco a Roma, volevo uscire in qualche modo dal mio vivere quotidiano, lui non c'era più. Una borsa di studio vinta a pieni voti, mi impegno nel futuro per farsi sì che diventassi quella che sono ora. Mi vedo a Roma oggi mentre cammino sempre con il mio arancio nella borsa comprato a Villa Borghese dal fruttivendolo sull'angolo della strada, penso a loro ai miei bambini quelli che accudisco ogni giorno, che ho amato, educato. Penso a chi viveva con le galline, a chi la mattina prima di andare a scuola inciampava nel cartone del vino, penso ai loro sorrisi e alle loro crisi, ai loro sforzi che ogni giorno fanno per farmi contenta.
Ad oggi sono libera professionista, lavoro con bambini che hanno problemi sociali, e no, lavoro con due colleghe ed amiche.... ma la mia collega preferita si chiama Fosca ed è un bellissimo San Bernardo.
Scrittore, per me è una parolona. Quando ho deciso di provare a scrivere la mia prima opera? Per ricordare un periodo per me importante, un periodo lavorativo che non ho potuto per vari motivi portare a termine. Ho deciso di scrivere la mia opera per raccontare a tutti i bambini la fiaba che ogni mattina raccontavo ad un bambino che non riusciva a parlare, ma aveva un grande dono, quello del saper ascoltare, anche con gli occhi.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Nell'arco della giornata il momento che dedico di più alla scrittura è quando tutti i miei familiari sono a dormire. Rimango con il mio cane appoggiato sulle mie gambe o seduto accanto a me, vicino al PC una tisana e inizio a scrivere nell'assoluto silenzio.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Il mio autore contemporaneo preferito è Alessandro Baricco, seguito da Margaret Mazzantini.
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata dopo un periodo per me molto inconsueto. Come lo posso definire?
il periodo più brutto e più bello che ho avuto. È stato un anno particolare dove ho dovuto tirare fuori tutta la mia forza per poterci uscire. Un anno dove pensi che chi vive tutti i giorni con i bambini possa amarli, possa credere in loro e in quello che sono, senza mai pensare che anche da piccoli ci sarà un adulto che farà la differenza su come loro cresceranno, su come potranno percepire la vita e su come si rapporteranno con gli altri.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ho vissuto con un nonno che amava leggere e mi ha trasmesso questa passione. Il contesto sociale in cui sono vissuta ha influito molto. La mia nonna paterna era maestra, il mio nonno materno nato nel 1904 ha girato tutto il mondo per lavoro e mi ha trasmesso tutta la fantasia e la libertà di pensiero che oggi ho.
Ogni domenica mattina da bambina andavo nel suo letto e si iniziava a girare il mondo. Oggi eravamo in America, domani in Cina e ogni volta nasceva una bella fiaba che mi raccontava. Intanto mia nonna ci preparava una buona colazione. A tutti i bambini di oggi darei un nonno come il mio, un nonno che mi ha insegnato a vivere la vita senza mai tirarmi indietro in ogni situazione.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Una favola, una storia vera, dove un'educatrice e il suo bambino raccontano i giorni passati insieme. Un modo fantasioso per raccontare la realtà.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Di me c'è ogni giorno che ho passato in quell'asilo; di me c'è la fantasia, c'è l'amore per quell'airone che tutte le mattine ci aspettava su quello scoglio. Ci sono gli abbracci di un bambino che ascoltava la mia fiaba stando seduto in quel piccolo angolo di cielo blu; ci sono attimi che rimarranno indelebili dentro di me. C'è quel piccolo paese sulla laguna, con persone che mi hanno aiutato a ridere ogni giorno prima di salire quelle famose scale.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì. La voglia di raccontare a tutti i bambini la fiaba del "Pesciolino, l'airone e il bambino".
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Il mio primo romanzo l'ho letto ai miei bambini con cui lavoro tutti i giorni.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Da amante del libro e del cartaceo mi auguro di no. Vivendo al mare d'estate vedo un sacco di persone che leggono sotto il loro ombrellone con l'ebook, io continuo imperterrita a leggere i miei libri cartacei. Amo girare pagina e sentire fra le dita la carta e il suo profumo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mi piace, soprattutto quando faccio viaggi lunghi per lavoro ascoltare una bella voce che mi racconta un romanzo piuttosto che una storia d'amore, o perché no, una bella fiaba.