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28 Mar
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Intervista all'autore - Katia Crocchianti

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me la scrittura è un modo di esprimermi, di comunicare, ma anche di mettere la mia fantasia, le mie esperienze e il mio tempo al servizio degli altri, di chi cerca nella lettura compagnia e conforto. Ho con la scrittura un rapporto di amore e odio allo stesso tempo perché quando inizio a scrivere non riesco più a smettere, farlo mi costa sacrificio e spesso dimentico anche quelle che sono le priorità pur di ricavare pochi minuti in più da concedere alla scrittura.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Generalmente quello che scrivo non è rappresentativo della mia vita, ma sicuramente ci sono in alcuni comportamenti o alcune frasi dei personaggi dei miei pensieri o alcuni ideali. Se sono presenti alcuni aneddoti comunque sono sempre un po' rimaneggiati per renderli più autentici.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest'opera per me è stata una sfida bellissima. È stato molto emozionante vedere quanto l'intreccio si sviluppasse capitolo dopo capitolo quasi senza che io me ne rendessi conto, si sono create situazioni all'interno del libro che hanno sorpreso perfino me. È stato molto stimolante e gratificante arrivare alla fine.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
In realtà il titolo del romanzo doveva essere un altro, poi dopo varie idee la scelta é ricaduta sul titolo attuale.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Ci sono molti libri che amo e che porto davvero con me quando mi sposto, ma se dovessi sceglierne solo uno porterei con me "La legione degli immortali", di Massimiliano Colombo o "Lo scudo di Talos" di Valerio Massimo Manfredi. É lui l'autore che mi piacerebbe avere con me su un'isola ma anche nella vita reale, per poter parlare di ogni cosa.
 
6. Ebook o cartaceo?
Io sono una profonda e convinta sostenitrice del cartaceo. Da tutte altre sensazioni.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
In realtà non so di preciso come lo abbia deciso. Ho iniziato a scrivere dopo il finale deludente di un romanzo che stavo leggendo e che proprio non potevo accettare. Ero una ragazzina e decisi di scriverlo solo per me stessa. Poi nella mia testa hanno iniziato a comporsi frammenti di storie che ho appuntato ovunque, ho iniziato a scrivere e non ho smesso più.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Non so di preciso come mi sia venuta in mente la trama di questo romanzo, anche perché come ho già detto prima spesso scrivo senza una meta precisa e mi lascio guidare dalla storia stessa.
Non ho aneddoti particolari, ma posso dire che in un certo senso sembra che a tratti sia stata la mia vita ad ispirarsi al romanzo, e non il romanzo alla mia vita, perché in realtà ci sono cose che mi sono successe davvero ma solo dopo che le avevo già scritte. In alcuni casi la realtà ricalcava così tanto la trama che avevo scritto solo pochi giorni prima da farmi chiedere per un momento se io non fossi la protagonista stessa del libro.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un sogno, senza ombra di dubbio. È qualcosa di talmente bello che non lo avevo mai nemmeno preso in considerazione fino a qualche mese fa, tanto che quando i miei famigliari mi chiedevano se volessi pubblicare le mie storie gli dicevo di no, che scrivevo solo per me stessa. Non so ancora come andrà a finire ma è bello mettersi al servizio degli altri, e ancora di più se lo si fa realizzando un sogno.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il primo a leggere il mio libro è stato il mio fidanzato, ed è stata una cosa che ho apprezzato molto perché non è proprio il tipo a cui piace leggere.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non l'ho ancora sperimentato in tutta sincerità, ma rimango sempre dalla parte della tradizione e del cartaceo. I libri sono fatti per essere sfogliati, letti e sognati.
 

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Sabato, 28 Marzo 2020 | di @BookSprint Edizioni

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