1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Roma, in via Panisperna, di fronte al Regio Istituto di Fisica dell'Università di Roma.
Sono un Monticiano doc, poiché la mia famiglia da molti anni risiedeva nel quartiere, specialmente da parte di madre.
Ho frequentato elementari e medie all'Istituto Angelo Mai, condotto dai Fratelli Carissimi delle Scuole Cristiane, e quindi ho avuto anche una educazione religiosa. Poco prima del 1960 ci siamo trasferiti nel nuovo quartiere Marconi, la cui strada era ancora in costruzione per le prossime Olimpiadi di Roma.
Ho frequentato come boy scout la Basilica di S. Paolo fuori le Mura e mi sono diplomato in Ragioneria all'Istituto Gioberti.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Il primo libro fondamentale è "Pinocchio" di Collodi.
A seguire, "La capanna dello zio Tom" di Harriet Beecher Stowe; quindi, man mano la crescita fisico-psichica "Ventimila leghe sotto i mari" di Verne e "La piccola vedetta lombarda" di De Amicis. Al termine dell'adolescenza, i "Promessi Sposi" del linguista Manzoni, l'"Iliade" eroica di Omero e qualsiasi libro del filosofo ed economista Julius Evola.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Non sono d'accordo: il libro cartaceo, oltre a mostrare a te stesso e agli altri i tuoi interessi culturali e l'immediatezza della possibilità di una ricerca, anche parziale, da modo di leggere con meno fatica un testo, specialmente se voluminoso, senza sforzare la vista su Computer o Tablet o Cellulare, ove non puoi certo sottolineare ciò che ti interessa o fare note su quanto in esso riportato nella pagina che stai leggendo.... i miei libri, specialmente quelli di Storia, sono vivi delle mie osservazioni....
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Mi è sempre piaciuto scrivere. A scuola, pur avendo scelto un indirizzo tecnico, ero molto bravo in Italiano, specialmente nei temi, poiché ho sempre letto molto, da testi di Storia a quelli di Geografia, a quelli di Diritto; ho letto anche molti romanzi, soprattutto di spionaggio ed erotici (penso come tutti i ragazzi della mia epoca; scoprivamo un mondo...).
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La voglia di cercare la memoria e di trasmetterla agli altri, specialmente alle giovani generazioni, che quasi nulla sanno della nostra guerra, o lo sanno in maniera non corretta. Specialmente nei primi 20 anni successivi all'evento, del periodo ante 1945 si è parlato pochissimo, era sceso sulle giovani generazioni la "damnatio memoriae", che aveva fatto scomparire la storia di mio padre, dei miei zii, dei miei nonni..... non era accettabile tutto ciò! Ogni periodo storico ha i suoi pregi ed i suoi difetti, i suoi successi e le sue colpe... È come se cancellassimo la storia di Nerone perché ha bruciato Roma e perseguitato i Cristiani, oppure quella di Napoleone, per il quale o a causa del quale sono morti centinaia di migliaia di soldati di innumerevoli Nazioni europee.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Voglio sfatare una "vulgata storica" che non trova fondamento; che un Regime ed una Monarchia hanno deliberatamente gettato la Nazione in una guerra già PERDUTA in partenza: ciò non è ASSOLUTAMENTE vero, poiché le nostre Forze Armate, seppur tecnologicamente non all'altezza di quelle Britanniche ( per il solo Esercito ed in parte l'Aeronautica) erano numerose, armate come mai prima d'ora, con un notevole spirito combattivo (almeno agli inizi), certamente dato dalla "pressione psicologica" del Regime, ma anche dai successi riportati in Abissinia prima, in Spagna dopo. Inoltre, erano le più preparate alla guerra, almeno nei quadri dei militari in S.P.E., avendo nel giro di 4 anni partecipato a 3 conflitti bellici (Abissinia, Spagna, Albania).
La guerra fu persa nei primi 6 mesi, poiché l'Africa Settentrionale e l'Africa Orientale, non furono attrezzate con le giuste strutture militari (che avevamo) e le disposizioni strategiche date furono penalizzanti; vi fu da parte dei Vertici militari (Marina ed Esercito, in parte anche Aeronautica) la volontà di perdere la guerra, sia per impedire un dominio europeo alla Germania nostra alleata, sia per liberarsi, attraverso una serie di sconfitte militari, del Regime fascista; il crollo repentino della Francia (previsto dal Duce al momento della dichiarazione di guerra) complicò i piani, perché POTEVAMO RISCHIARE DI VINCERE.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Lavorando in Alitalia s.p.a. ho avuto modo di girare molto; in un certo momento, pensai di cominciare a scrivere un libro delle mie esperienze di viaggiatore, ma l'intensità delle mie attività lavorative ( in Azienda e fuori) e le necessità familiari mi suggerirono di soprassedere.
Ora, da pensionato, ho avuto modo di riordinare la mia vita ed il mio tempo, anche se ho parzialmente sacrificato un affetto recente, che però mi ha supportato (e sopportato) nello sviluppo di questa mia ambizione.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Non in particolare: negli ultimi 2 anni ho acquistato (e letto) una notevole quantità di libri, che mi hanno permesso poi di scrivere il mio, analizzando approfonditamente quanto in essi riportato e traendone delle analisi che mi hanno permesso di evidenziare fatti e circostanze che hanno determinato le mie conclusioni, che ritengo corrette.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, non l'ho mai pensato, poiché quando mi impegno in una cosa che mi piace, cerco sempre di portarla a termine; per scrivere questo libro, che è collegato ad un prossimo anniversario storico, ho bloccato la scrittura di un altro, già in uno stato di discreto avanzamento, che ho cominciato a scrivere 4 anni fa, e che spero di completare nei prossimi 2 anni.
10. Il suo autore del passato preferito?
OMERO, perché l"ILIADE" è stata la mia base formativa Patriottica.
MANZONI, per le sue Odi e per la sua proprietà di linguaggio italiano.
D'ANNUNZIO, per la sua genialità nella creazione di nuovi termini, per la sua Lirica moderna, per il suo Impegno Patriottico.
PANZA, per il coraggio e l'onestà di quanto è stato capace di scrivere sui "VINTI" della guerra civile (aprendo una nella storiografia ufficiale), pur essendo Lui un Uomo della sinistra italiana, dando così speranza ai "ricercatori indipendenti" che qualcosa di nuovo si può scrivere, senza essere tacciati di "revisionismo".
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo sia valido solo per testi dove, a fronte di una descrizione pur esaustiva, le immagini aiutino a completare ed anzi enfatizzare quanto scritto; libri d'Arte, libri di Storia moderna (eventi bellici - politici), libri di Geografia o di Viaggi.