1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Non sono una scrittrice. Nella mia vita ho provato diverse esperienze artistiche, soprattutto grafico-pittoriche e sono soprattutto curiosa. Ho provato a scrivere e mi è sembrato naturale e utile per comunicare il mio pensiero.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo libro è una testimonianza vissuta, dunque è realistico in ogni sua pagina.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Devo dire che fino a poco tempo fa non avrei immaginato di scrivere e, men che meno, un libro sulla scuola.
Da parecchio però pensavo alla necessità di trasmettere le proprie esperienze a chi entra in questo sistema. Le varie figure istituzionali non si preoccupano di valorizzare le professionalità e di modificare la carriera in base alle risorse acquisite sul campo.
Quindi scrivere mi è parsa l'unica possibilità di comunicare con le nuove generazioni per promuovere un cambiamento della scuola.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è stato immediato e la prima idea perché esprime esattamente la motivazione alla scrittura.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Mi porterei Pinocchio perché rappresenta il mondo dei bambini che mi rappresenta molto.
6. Ebook o cartaceo?
Fino ad oggi il mio rapporto con la pagina di un libro è stato prevalente.
Utilizzo lo schermo per leggere articoli e non ho ancora letto un ebook, ma non lo escludo a priori. Come sempre ci si può abituare.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Sono alla fine del mio percorso lavorativo e non è stato semplice per me adeguarsi al sistema. Negli ultimi anni sono andate via via sparendo quelle figure che tanto mi hanno dato e a mia volta vorrei poter lasciare a qualcuno il frutto di un lungo cammino a fianco dei bambini. È per loro che ho deciso di provare e per quei ragazzi che incontro e coi quali mi sento in sintonia.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea è nata dall'incontro con una persona speciale. Ho subito concretizzato il suggerimento perché mi sembrava la naturale conclusione di una vita dedicata agli altri, dopo un mese circa ho preso un quadernone che mi era stato regalato da un mio ex-alunno e nel silenzio di una baita in montagna ho lasciato che i pensieri si trasformassero in parole. È stato semplice e per niente complicato.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Devo dire che la parola adatta è sorpresa. Io ho un'amica che scrive da sempre e nonostante i numerosi inviti non ha mai pubblicato. Proprio a lei ho raccontato la mia incredulità quando ho ricevuto la prima copia.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ho fatto leggere il testo alla mia amica che è stata un'educatrice e che da sempre avalla le mie esperienze perché mi conosce profondamente e il suo commento è stato incoraggiante.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Io credo che ascolterei una voce narrante solo se fosse una lettura professionale.
Penso che in questo caso la voce sarebbe il tramite tra il testo e l'ascoltatore. Io preferisco vedere il testo, ma è una mia caratteristica.