1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere equivale ad 'evadere'.
Un'evasione, un posto sicuro... È quella cosa che si fa quando si torna da lavoro stanchi morti e l'ultimo pensiero è quello di dormire, prima si deve scrivere, come se fosse un gesto automatico.
A seconda di ciò che scrivo le mie emozioni cambiano... Non nascondo che a volte mi sono anche intristita ahah.
L'emozione che permane è quella di sentirsi gratificati.
Gratificazione nel vedere che alla fin fine il risultato è veramente piacevole.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tanta, forse troppa. Mi piace prendere la mia vita e mutarla. Esagerare con gli eventi, usare il mio alter ego, anzi, spesso tendo a cambiare epoca, così il lettore potrà chiedersi 'ma chissà se è successo realmente…'
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest'opera per me ha significato raccogliere tutto ciò che pensavo in un anno.
Durante l'anno accademico, quando subentrava quella mancanza della propria terra e dei propri affetti, prendevo carta e penna e mi 'sfogavo'.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata combattuta.
All'inizio il titolo era completamente diverso, poi ho deciso di scegliere un qualcosa che fosse più pertinente all'opera, semplice e d'effetto.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Domanda difficile... Allora, come libro sceglierei 'Il ritratto di Dorian Gray' , perché? È un'opera che colpisce nell'animo, fa capire che non sempre ciò che si vuole ha un impatto positivo; ad esempio l'eterna giovinezza che ha un costo altissimo ed è solo un'illusione.
Come scrittore sceglierei, anche se non più in vita, Cesare Pavese perché con i suoi scritti ti entra fin dentro le ossa.
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo, è sempre bello sentire l'odore dell'inchiostro sulle pagine.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Ho iniziato all' età di 12 anni, all'epoca andavano parecchio di moda le Fan Fiction, poi col passare del tempo ho continuato a scrivere su un blog.
Vedevo comunque che ciò che scrivevo piaceva e ho approfondito sempre di più.
Ero una di quelle ragazzine che preferiva restare mille volte a casa che uscire.
Ho deciso di intraprendere questa carriera perché scrivere e leggere rendono ancora (fortunatamente) liberi.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Quando è nato il libro, ho pensato a un qualcosa che potesse attirare l'attenzione anche a quelle persone che hanno poca costanza nella lettura.
Magari, piace leggere ma non si ha tempo e penso che abbia centrato a pieno l'obiettivo.
Si tratta di leggere un racconto diverso ogni giorno. Non ha sempre un inizio preciso o una fine, quindi il lettore potrà viaggiare con la fantasia e porsi domande.
Un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo... Mi viene da pensare subito a quella volta che stavo per completare il penultimo capitolo ed il mio iPad si spense. Panico.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Si prova tanta soddisfazione ed un senso di crescita, ovvero, ora chiunque lo può leggere.
Posso finalmente toccare con mano il mio elaborato.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il libro è ancora in corso di lettura ahah... Però le prime persone che hanno letto alcuni capitoli del libro sono stati la mia mamma ed il mio ragazzo. Ci tengo molto al loro parere.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non l'ho mai provato... Sarebbe un qualcosa da provare e dare giudizio.