1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Io sono nato a Trieste. Sono cresciuto in un piccolo borgo a Sistiana che è a pochi Km da Trieste. Una ridente piccola città di mare dove ci si conosce un po' tutti. Ho frequentato la scuola qui: ho stretto tutte le mie amicizie, e ci abito ancora oggi. Finita la scuola dell'obbligo ho frequentato un corso per elettricisti a Trieste dove ho conseguito il diploma: nei pomeriggi dopo i corsi andavo a lavorare nella tipografia di mio papà e mio zio. Ho lavorato come tipografo per 36 anni con la qualifica di impressore Offset. Fino ad un paio d'anni fa, e cioè fino a quando i fatti della vita hanno costretto a chiudere l'attività di famiglia. Non mi sono mai sposato.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Io ho sempre letto molto nel tempo libero. Oggi comunque in questi tempi un po' stravaganti dove la tecnologia ha preso il sopravento in tutte le cose, se posso dire la mia, consiglierei ad un adolescente di leggere il Diario di Anna Frank. In questi giorni dove l'importante per tutti i ragazzi è l'immagine, senza contare che immagine ci si lascia dietro, ma solo l'apparire conta, magari fotografandosi andando sotto ad un treno.
Un libro che narra le vicende di una ragazzina che per vivere, invece, doveva solo restare nascosta, scritto e raccontato in un diario, con parole semplici e dove nulla è inventato, dovrebbe secondo me far capire cosa è veramente importante, e ciò che conta nella vita. Una vita quella di oggi che fa dei gruppi di giovani, facili prede di ideologie senza senso, costretti dall'ipocrisia di massa a schierarsi in politiche che tornano ahimè in auge, senza metterli difronte alla realtà di quel tempo, che poi ci ha portato ai giorni nostri: e questi ascoltando solo una versione della storia delle volte prendono la strada sbagliata.
Chiaro i tempi cambiano le ere si evolvono, come la tecnologia, e purtroppo pure la stupidità: perciò a mio avviso questo è un testo che andrebbe letto a tutti gli adolescenti.
E se mi permettete io lo metterei come testo obbligatorio nelle scuole.
Farebbe capire tante cose agli adolescenti di oggi.
Ma questa è solo la mia opinione.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Se lo chiedete a me che ho fatto il tipografo per tanti anni vi direi che mi è veramente difficile giudicarlo positivamente. Io ad oggi non ho mai letto un libro in e-book. Ma come voi mi insegnate la tecnologia avanza. Chi sono io per giudicare, ma parlando con le persone della mia età ho scoperto che ancora oggi, molti di essi ancora preferiscono il cartaceo. Parlo così perché l'ho chiesto in giro. Mentre quando mi sposto con i mezzi pubblici vedo molte persone con i dispositivi preposti a tale scopo leggere in e-Book. Detto questo: il libro se non per metodo di studio, lo considero un mezzo per far passare un po' di tempo con la testa fuori dai problemi quotidiani. Una maniera per poter staccare dalla vita di tutti i giorni. Deve essere leggero scritto in maniera scorrevole, in caratteri grandi, e cioè visibile a tutti, a tutte le età. Se cartaceo in carta riciclabile. Cioè praticamente con un click oggi con l'e-book tutto questo e possibile, costa di meno e raggiungile sempre, te lo porti dietro e non ti pesa. Cartaceo o e-book l'importante è leggerlo un libro; perché un libro scritto bene ti può sempre insegnare qualcosa, a qualsiasi età.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Come dicevo io leggo molto. C'è una cosa però che in tutti i libri che ho letto che mi ha sempre fatto pensare molto. Tutti i personaggi che nel scorrere le pagine imparavo a conoscere, ad un certo punto facevano qualcosa che a me dava fastidio, anche se poi erano i personaggi principali. Ed io avrei voluto farli agire in maniera diversa, Ma su di un libro già scritto non si può intervenire. Quando ho deciso di scrivere il mio romanzo, finalmente potevo far fare quello che volevo io, ero veramente contento di quello che stavo facendo. Questo significa secondo me che la voglia di scrivere mi è venuta un po' alla volta… leggendo.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Quanto difficile è rispondere a questo quesito. Potrei dire che non lo so. Forse la voglia di mettermi alla prova dopo averne letti parecchi. Per scrivere un libro ci vuole fantasia, se non si narrano vicende vissute. Forse dare un senso ai tanti pensieri che mi passavano nella testa. Lasciare che una storia nascesse e poi che prendesse corpo, anche se solo sulla carta. Era solo un’illusione, per me, fino a che non ho provato.
Io non avevo mai pensato di scrivere un libro: una volta lasciato il mio lavoro avevo un sacco di tempo libero che impiegavo leggendo: mi son comprato un computer, è così che ho cominciato. Il mio libro nasce dopo aver provato a scrivere le prime pagine: la storia prendeva forma, rileggevo le pagine e mi piaceva sempre di più, ed è questo che mi ha spinto a continuare.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Questo romanzo è di pura fantasia. Non è un messaggio preciso, è una storia che prende spunto dalla cronaca di tutti i giorni, che così poco spazio lascia all'immaginazione. I problemi che sconvolgono l'odierno, le epopee dei clandestini, l'inquinamento, tracciano il nostro presente senza darci la possibilità di staccare dalla realtà. Il libro, ma qualsiasi romanzo, serve a staccare la spina da tutto questo, anche solo per qualche minuto. Ed il mio non serve ad altro. Forse lancia solo un piccolo messaggio di speranza alla fine.
Che è quella che ci serve ad andare avanti, quando lo finisci un libro.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Assolutamente no: nessun sogno nel cassetto. Da piccolo volevo fare il cuoco.
Crescendo ci si fa un sacco d'esperienze, queste a volte portano ad avere voglia di scriverle, ma non è il mio caso.
Forse un giorno lo farò; e le scriverò le mie esperienze, ma non ancora.
A me piace scrivere: ho incominciato da poco, e ho ancora molto da imparare. Forse alla mia età sono ancora piccolo, ma non penso che da adulto troverò qualcosa che mi piacerà fare di più.
Oggi per me questo è un sogno che si avvera, io non so se il mio libro piacerà. Non so se raggiungerà un numero di copie tale, da considerarsi un successo. Ma per me il fatto di aver pubblicato un libro, è già un grande successo. Questo non basta a fare di me uno scrittore: ma mi fa di sicuro felice. Sì, forse è un sogno: ma che io non sapevo di avere nel cassetto.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Forse dopo che ho provato a scrivere le prima pagine, e le ho fatte leggere a mia sorella e lei mi ha detto che le piacevano, forse quello è l'episodio che ricordo con piacere. Ecco quello mi ha dato un po' d'entusiasmo.
Nella vita senza l'entusiasmo non si va da nessuna parte.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Assolutamente no. Specialmente dopo, che leggendolo più e più volte, mi affezionavo ai personaggi a cui davo vita. Forse c'è stato un attimo che mi ha messo in crisi, quando da qualcuno è stato considerato un po' lungo. Però l'ho rielaborato, e da uno sono diventati due. Ma non ho mai smesso e sono giunto alla fine del romanzo.
E così che poi, ho scritto anche la continuazione della storia.
10. Il suo autore del passato preferito?
Il primo che mi ha veramente colpito a 16 anni, è stato Tom Clancy, il romanzo era "Paura senza limite". Da cui poi è stato fatto, ma solo di recente un film. Erano gli anni ‘80 un’epoca dove la guerra fredda era sulle cronache di tutti i giornali. Quella storia così ben raccontata mi ha preso veramente e mi ha fatto leggere come non avevo mai fatto prima. Da quella volta non ho mai smesso.
Ho scoperto Robert Ludlum da cui i film "Bourne Identity".
Di questi due autori ho letto buona parte dei romanzi (alcuni più volte).
Ma non posso dimenticare Charles Bukowski, fine poeta malinconico narratore di stravaganti racconti, trasgressivi ed ironici, o i racconti in chiave storica di Valerio Massimo Manfredi. O della giornalista Orianna Fallaci, di cui ho in memoria "Insciallah" la drammatica storia del Libano e della guerra israeliano palestinese. Poi infine per non farmi mancare nulla ho letto i 5 libri di "Twilight" la saga per adolescenti; però io l'ho fatto a quarant’anni suonati, trovandola veramente affascinante.
Sarà che mi piace leggere non lo so, ma tutti questi libri per me sono interessanti: siano di storia, cultura o solo fantasia, aprono la mente, trasportano la nostra immaginazione dove noi fisicamente non potremmo mai arrivare. Non sono ad oggi in grado di fare una classifica su di un autore preferito, perché tutti gli autori a loro modo sono in grado di trasmettere il loro messaggio. Secondo me dipende molto dal momento in cui si legge un libro: dalla cultura che si ha, e se si riesce a capire cosa si sta leggendo. E se si vuol trattenere per se qualcosa che si è letto, perché ci è utile nella vita di tutti i giorni o solo perché ci fa piacere ricordarlo. Un autore può trasmettere emozioni ad una persona e lasciare completamente indifferente un'altra.
E per questo motivo che io leggo: tanto e di tutto senza pormi il problema di dar giudizi lo trovo inutile, e se non ci piace un libro si può sempre chiudere, metterlo via e riaprirlo in un altro momento.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Questa è la nuova frontiera. Non vi è nulla più giusto che l'audio libro. Io non l'ho mai provato, per fortuna ci vedo bene e non ne ho mai avuto bisogno. Ma mi metto nei panni di una persona che non può farlo, o che per vari motivi ha dei problemi alla vista, e così deve rinunciare al piacere che una buona lettura può dare. Con L'audio libro risolve il problema. Ma con questa nuova maniera di ascoltare un romanzo, magari narrato da una voce di qualche personaggio famoso, anche un romanzo già letto e magari più volte, può ritornare interessate, e riscoprirlo così ancora una volta, come nuovo.
Si per me può essere uno stimolo in più per scoprire "l'arte" di leggere, sentendolo un libro, magari solo per curiosità una prima volta.
Letto o narrato, comunque un libro ci da sempre qualcosa in più, riempiendo quei buchi che il tempo trascorrendo ci lascia a tutti.