1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato in Corso Buenos Ayres a Milano, da padre toscano e macchinista e madre pavese casalinga. Trasferito a un anno in Via Laurana nel quartiere di Niguarda nelle case dei postali, le case dei ferrovieri, erano tutte occupate.
Nel 1941 mio padre ha follato la famiglia nell'oltre PO pavese a Corvino San Quirico, la nonna 85 enne, la zia sorella di mia madre, mia madre e il sottoscritto.
Ho frequentato la scuola elementare a Fumo (Casteggio), in una classe con circa 25 bambini, dalla prima alla quinta e con una maestra, che ne sapeva più di mosto e di vino, che di letteratura e matematica. Il periodo scolastico di base è stato un disastro, che ha minato lo stimolo per continuare gli studi. Ho frequentato le tre commerciali e tre anni di ragioneria, senza terminare.
Ho iniziato lavorare come magazziniere, per poi essere assunto dalla Barilla come agente di vendita, per Milano. Dopo tre anni, sono passato alla Alemagna nel settore primario, pasticceria, dove ho lavorato per quattro anni.
Le confezioni del Garda mi ha assunto come ispettore per l'Italia, per costruire una rete di vendita di grossisti; purtroppo è durato solo sei mesi il lavoro, per via dell'investimento azzardato in borsa dei titolari: fallimento completo.
Sono ritornato in Alemagna per altri tre anni, per poi passare alla Tobler Italiana dove ho lavorato come ispettore, con 10 agenti per tre anni, prima che la Edison proprietaria, la facesse fallire. Dopo diversi anni nel dolciario, ho deciso di cambiare settore in quello tecnico, feci una domanda alla Osram Lampade, che mi assunse come vice ispettore, a metà stipendio, rispetto a quello che percepivo alla Tobler, come capo filiale. In sette anni ho raggiunto la qualifica di funzionario di vendita, Capo area con 15 agenti da gestire e tre miliardi di budget. Come dipendente ho terminato nel 1977, dandomi all'imprenditoria, assumendo, l'esclusiva di vendita delle lampade Osram per la Lombardia. Nel 1990 ho venduto l'attività a un mio agente, diventato grossista, rimanendo per altri dieci anni, come suo consulente commerciale.
Nel frattempo, ho fondato nel 1983 una associazione di volontari per la protezione civile, a quel tempo non ne esistevano di volontari associati. Il GOR (gruppo operatori radio amatoriali) è iscritto al libro regionale lombardo come prima associazione, con sede a Paderno Dugnano, concessa dal Comune e finanziata nel 1990, come servizio pubblico alla comunità. Ho lasciato la presidenza nel 2000, per l'incarico di vice presidente dell'Onor caduti e Cerimoniere comunale, per le feste nazionali, sino al 2015.
Con la protezione civile ho sentito il bisogno di riprendere gli studi, dopo molti anni, iscrivendomi all'Università San Marco Cattolica, nel dipartimento letteratura. Dopo cinque anni, mi sono specializzato con tesi, in psicologia didattica, per poi fare l'assistente di cattedra del docente e infine, promuovere un corso di approfondimento psicologico. Da 15 anni insegno psicologia in due Università UTE a Milano e a Paderno con i Lions.
La mia laurea non è giuridica, ma di merito, per questo motivo culturale, ho ricevuto dallo Stato Pontificio, la decorazione a Cav. di San Gregorio Magno, numero chiuso in Italia a 75 soggetti.
La scrittura mi è stata stimolata, dopo aver appreso la filosofia e la psicologia, con romanzi, racconti, saggi, poesie e fiabe per bimbi.
Ho pubblicato un racconto sulla vita di mio padre in ferrovia, con l'editore il Circolo nel 1995 , una collana dei migliori racconti dell'anno, depositata nella biblioteca di Arese. Poi nel 1999 un manuale come diventare volontari di protezione civile e la mia storia di trent'anni di volontariato, a mie spese e regalati alla biblioteca le Tilane di Paderno Dugnano.
Nel 2005 ho vinto il terzo posto, nel concorso il MANZONINO promosso dal Comune di Cormano, in epoca manzoniana, su 180 scrittori partecipanti.
Continuo a scrivere romanzi, saggi e dispense universitarie, poesie e fiabe.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Gli consiglieri i libri di Salgari e di Ken Follett, sono avventurosi e stupendi.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Ritengo che sia una perdita non indifferente. Il libro cartaceo, consente di tenere tra le mani un'opera e di gustarne dal vivo, le emozioni che provoca, rileggere e rimarcare le frasi più belle, e di segnarne i passi più emozionanti. Con il libro eBook o audio visivo, non è la stessa cosa, molto meno emozionante e indiretta.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
È un amore ponderato, dopo essermi arricchito culturalmente, anche se sono cosciente di avere delle lacune, nella punteggiatura. Forse facevo bene a seguire il metodo di Ungaretti, con la scrittura ermetica. Tuttavia la psicologia e la filosofia, hanno aperto i miei orizzonti, chiusi ormai da anni, per una luce emozionante nella scrittura.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Mi ha spinto il mio amore per il mare e la Marina. Ho scelto la Marina americana per due motivi. Tutto quello che ho visto nella biblioteca americana di Milano, con letture e filmati e poi, con i racconti straordinari, dei miei due allenatori di baseball in gioventù, uno come ex ufficiale di plancia e l'altro nostromo, nella seconda guerra mondiale. Tutti i films che sono usciti sulla Marina, non ne ho perso uno.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Lo spirito di sacrificio e la passione che anima un marinaio e in special modo un ufficiale, il senso di responsabilità, sino all'estremo limite, cosa che nel mondo civile, pare che si sia perso per strada. La Marina, la nave e dopo la famiglia, questo è il credo di un ufficiale americano, oltre all'amore per la patria e la bandiera, anche queste due virtù, noi le abbiamo perse e, acquisite, meramente quando gioca la nazionale.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Era un sogno nel cassetto sin da giovane, ma in forma latente, per il mio desiderio di arruolarmi in Marina, cosa che non ho potuto fare, per il divieto di mio padre, che desiderava vedermi Capo stazione nelle FF.SS. Col tempo e l'esperienza acquisita, sia nel lavoro e poi nello studio, il sogno si è realizzato in forma privata, mai nel pubblico, se non per i due casi già citati. Grazie alla lungimiranza del Dott. Pacelli, il sogno potrà essere realtà.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Il primo ricordo è quando sono salito sul treno per Genova, per arruolarmi nelle scuole CEMM della Marina, cosa che andò a picco, per via della mia età che non era di 21 anni, perciò ci voleva la firma di mio padre.
Il secondo episodio sono stati i miei due allenatori americani di baseball, specialmente Strong l'ufficiale, con i suoi racconti di guerra e di valore, nella seconda guerra mondiale, oltre a tutte le tecniche apprese dal nostro Vanzan.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Nemmeno per sogno, era già scritto nella mia mente sin da ragazzo, tranne che era chiuso in quella caverna di Platone senza luce, prima essere liberato dopo decenni alla luce del Sole.
10. Il suo autore del passato preferito?
Il mio autore in assoluto, è Salgari e le sue avventure, mirabolanti, per via che l'autore, non si è mai mosso da casa sua in Francia, scrivendo dei testi stupendi.
Tolstoj per “Guerra e pace” e Ken Follett, come autore fantascientifico.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non ne penso bene, preferisco un sano e corposo libro, da tenere fra le mani e leggere nel silenzio del mio studio, alla sera tardi, quando mia moglie dorme da ore. È una moda dettata dalla tecnologia digitale, che può sfondare nei giovani, che sono drogati dal digitale, come se fosse l'unica ragione di vita.