1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato in un piccolo paese della provincia di Caserta, ai tempi della mia infanzia prettamente agricolo; oggi la sua economia si fonda sul commercio e sul lavoro impiegatizio.
Come tanti altri paesi del Sud negli anni ha conosciuto la fuga di molti giovani, sia verso il Nord che all'estero.
In questo paese sono cresciuto, in una famiglia numerosa, fino a concludere gli studi universitari (laurea in Medicina) per poi spostarmi in Piemonte, dove tuttora vivo, ormai pensionato da un anno.
Ancora oggi il paese offre ben poco ai giovani, sia dal punto di vista lavorativo che del tempo libero, per cui continua la loro fuga.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Quasi tutti miei familiari hanno lavorato o lavorano nella scuola, per cui credo di conoscere abbastanza gli adolescenti.
Pur essendo radicalmente cambiato il loro mondo ritengo che nel loro intimo gli adolescenti di oggi non siano molto diversi da come eravamo noi, per cui consiglio ancora:
1) Alice nel paese delle meraviglie (per fantasticare);
2) Le avventure di Pinocchio (per sognare imparando tante lezioni di vita);
3) Don Camillo (per ridere ma cominciare a inoltrarsi nel mondo della politica).
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
L'eBook è stato l'inevitabile evoluzione dei tempi, con i suoi indubbi vantaggi, come l'archiviazione e la immediata disponibilità alla lettura, in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento e, perché no, il suo costo più abbordabile.
Ma vuoi mettere il fascino del cartaceo, l'odore del passato quando riprendi in mano un vecchio libro, i ricordi che suscita nel leggere le note vergate a mano in tempi remoti, il cuoricino con le iniziali del primo amore, il fiorellino, ormai rinsecchito, fra le pagine, ricordo di spensierate letture sdraiati sul prato.
E vuoi mettere il fascino di una biblioteca con i suoi scaffali antichi, la storia che evoca e il suo silenzio che avvolge i pochi o tanti lettori immersi nelle pagine più o meno ingiallite. Cento volte meglio il cartaceo.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
L'uno e l'altro, dipende dal momento, dal luogo, da cosa vuoi esprimere scrivendo, da quello che scrivi.
Se è un romanzo non può che essere un amore "ponderato", visti i tempi lunghi per portarlo a termine.
Se è una poesia non può che essere "un colpo di fulmine" dettato da un momento di tristezza o di gioia che agita il poeta che poi trova soddisfazione nel tradurre in versi il suo stato d'animo.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Questo volume, come già detto, è nato dalla voglia di mettere su carta, tradotti in versi, i sentimenti e i pensieri che hanno caratterizzato i vari decenni della mia vita.
Quindi non c'è stato un qualcosa di specifico che mia abbia "spinto" a scrivere questo libro, forse qualcosa o qualcuno che mi ha spinto a pubblicarlo.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Non ho alcun messaggio particolare da inviare al lettore; come detto in precedenza un romanzo è "ponderato" e spesso manda proprio un messaggio, una morale.
La poesia è tutt'altra cosa e non manda messaggi se non l'augurio che il sentimento espresso dall'autore sia condiviso dal lettore il quale nel momento in cui, provando lo stesso sentimento, si appropria delle parole altrui e diventa egli stesso poeta.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Credo di aver già risposto alla domanda.
Da giovane forse era un sogno, e la conferma viene dal fatto che alcune delle poesie che compongono la prima parte del libro, sono già state pubblicate proprio in giovane età. Poi è stato solo voglia di esprimere ciò che penso e ciò che sento SOLO PER ME, voglia di potermi rileggere a distanza e di verificare l'evoluzione nel tempo di questi sentimenti.
Se questo significa "prendere pian piano coscienza nel corso della vita", allora sì.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Sono tanti gli episodi che hanno ispirato i miei versi, dal primo amore alla morte di qualcuno, dalla malattia di un familiare alla nascita delle nipotine, dal dubbio religioso alla contemplazione della natura, dall'età che avanza al pensiero dell'ineluttabile traguardo,
Ma un episodio specifico mi ha indotto a chiederne la pubblicazione, quando un giorno la mia nipote più grande (si fa per dire: dieci anni!), a conoscenza del fatto che scrivevo versi, mi ha chiesto di farne un libro.
Ecco questo volume è un regalo per lei.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Trattandosi di poesie ovviamente non c'è stato un inizio e un "termine".
Se "non portarlo a termine" vuol dire aver avuto voglia di non pubblicarlo, allora sì, tante volte ho riletto, esprimendone un giudizio negativo e ho riposto tutto nel cassetto, poi qualche giorno dopo ho riletto ancora e mi son detto: perché no!
10. Il suo autore del passato preferito?
Passato remoto (remotissimo!) : Attori Vari per La Bibbia (per me da Nobel).
Passato prossimo: Primo Levi per “Se questo è un uomo”.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Personalmente preferisco, come già detto, immergermi nella lettura su cartaceo e non farmi "servire il piatto".
Se un giorno non sarò più in grado di leggere, preferirò allora l’audiolibro.