1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Reggio Calabria, una delle più belle città d'Italia, ricca di storia e di cultura. La mia origine è grecanica, la Grecia antica. Nono di dodici figli, da sempre ho manifestato amore per lo studio e la conoscenza. Ex calciatore di buon livello, ho svolto l'attività di allenatore per più di vent'anni. L'amore per il calcio mi ha portato a scrivere diversi libri sulla disciplina, testi adottati dal settore tecnico e da qualche università italiana (sport di squadra). Da sempre ho lavorato con i gruppi. Adesso ricopro il ruolo di coordinatore degli educatori e responsabile del Convitto studentesco statale "A. Farina" di Asiago (VI).
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
L'arte di essere fragili, di Alessandro D'Avenia. Un modo di vedere l'errore, la fragilità tipica dell'età come lo strumento più efficace per la crescita e lo sviluppo dell'autostima.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Io sono un romantico, la cultura per me è tatto, udito, materia da sfogliare, da odorare...
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Ho sempre amato scrivere, possibilmente a mano libera e poi con l'uso della tastiera. La penna mi aiuta a pensare, a concentrarmi, a liberare le emozioni.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La conoscenza, la cultura, le idee devono poter camminare con le gambe delle persone. La conoscenza tenuta nelle "segrete stanze", è autotelica, fine a sé stessa.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il mio libro è di genere formativo, istruttivo. Vorrei che lo leggessero i genitori, gli insegnanti per imparare a conoscere meglio i propri figli, i propri alunni. Oggi, più che parlare di giovani, occorre parlare con i giovani, ascoltando quello che hanno da dire, liberarsi con facilità dalle loro angosce, dalle loro paure. Il libro rappresenta uno strumento che consente di conoscerli meglio. Vorrei, inoltre, aiutare i tanti colleghi grazie alle esperienze maturate sul campo.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Nel corso della mia vita, sperimentando e apprezzando sempre di più il gusto di riportare su carta il frutto della mia conoscenza, delle mie emozioni.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Uno in particolare. Quando ho avuto il piacere di conoscere la grande famiglia di BookSprint Edizioni. Come ho avuto modo di dire, ho avuto altre esperienze con editori diversi ma, la professionalità, la solerzia, la correttezza e il sentirsi, da subito, "membro importante della famiglia" mi hanno fatto capire che, in questo paese, si può ancora fare cultura e farla seriamente.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Mi sono posto un solo problema: quello di creare qualcosa che piacesse al lettore e non deludere chi avrebbe avuto fiducia in me, ovvero l'editore.
10. Il suo autore del passato preferito?
Umberto Eco.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ricordo l'esame di linguistica all'università, c'erano autori che ritenevano la parola scritta più importante di quella parlata perché la scrittura è collegata al pensiero visuale. “Verba volant, scripta manent”, dicevano i latini, da una parte l'effimero, dall'altra ciò che rimane. Nonostante parteggi per il libro, credo che l'audio libro possa rappresentare una grande opportunità di apprendimento, di conoscenza per quelli più sfortunati di noi, coloro che hanno problemi di vista. E poi... una bella voce...