1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivo quando sento l'esigenza
quando i pensieri occupano lo spazio cerebrale
e non riesco più ad essere razionale.
quando la mia fantasia scavalca le mie aspettative
quando le emozioni fanno a gara a chi far cadere per prima
le lettere o i sogni.
Scrivo quando mi manca il fiato
quando dagli occhi piove tristezza
quando sono insicuro, debole,
incazzato, acido, freddo, distaccato.
Quando ho tutto il mondo contro e voglio urlare
io scrivo.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Credo che sia giusto dire le cose in modo chiaro, in modo tale da far capire a chi mi seguirà e segue, che inventare dei personaggi in realtà è come fare un viaggio introspettivo e quindi mettere a nudo le varie sfaccettature caratteriali, comportamentali. Si dice che per ogni essere vivente si ha un numero illimitato di personalità, quindi non potrei negare in nessun modo questo pensiero. Infatti è stato anche terapeutico scrivere, liberarmi e trovare quella forma di pace che prima non avevo. Eppure era lì nascosta la chiave della salvezza ma non la vedevo perché troppo cieco e impegnato a vedere altrove. Ringrazio la creatività che mi accompagna fin da quando avevo 5 anni e ringrazio il dono di saper mettere su carta storie metà inventate e metà vissute in prima persona. I caratteri dei personaggi sicuramente mi rispecchiano molto, in alcuni casi anche quelli meno piacevoli. Ovviamente nella versione romanzata è tutto più ampliato, è tutto più surreale. Sapere questo è fondamentale, perché nella scrittura impari a osservarti, impari a capirti e a fare di meglio per te stesso e per rapportarti poi con il mondo. Credo che sia comunque un mezzo di comunicazione eccezionale, perché ci trovi verità anche nelle menzogne, nei litigi, nelle cose quotidiane che si vivono nella vita reale, quindi cosa c'è poi di differente, magari i secoli, magari l'argomento trattato, ma che poi non è tanto fantascienza quello di cui parla il romanzo. Anche perché abbraccia più generi contemporaneamente. Sarà questo il mio modo di presentarmi, una persona flessibile che spazia e sfrutta le mille possibilità che la vita ci mette difronte.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Per me significa tutto. Per me scrivere questo romanzo è stato come concepirlo e partorirlo. È un'emozione unica, perché quando lo rileggi non credi che sia opera tua, sembra che un'altra persona abbia preso il tuo posto ed ha creato il romanzo. È una sensazione stupenda che ti lascia basito. Ogni volta che rileggo quello che ho scritto rimango commosso per quanto lavoro ho fatto e di come sia stato bravo e meticoloso in certi argomenti da trattare con i guanti. Ho paura, non ho convinzioni da scrittore arrivato, anzi, mi considero sempre un novellino che prima di arrivare ad un certo primo traguardo deve compiere cammini lunghi e impervi e forse solo allora potrà definirsi "Scrittore". Scrivo e mi piace farlo, però attendo anche il verdetto della gente che sceglie le mie opere. Perché è così che si cresce, scrivo e lo farò sempre, certamente non mi ferma il giudizio esterno, anzi quello è il vero trampolino di lancio dove puoi dimostrare a te stesso di quello che sei in grado di fare per te stesso. Edificarti sempre di più con la continua ricerca e creare cose che per te hanno un valore davvero inestimabile. Scrivere per sentirsi bene, scrivere per amore della creatività non è come scrivere per fare soldi. Questo è quello che mi rende diverso da tutto e da tutti. Ed è la mia firma nel mondo dell'arte della scrittura.
"La perfezione è un concetto artificioso creato e diffuso dalla nostra società , nessuno è perfetto . Bisogna amarsi e accettarsi, darsi valore, riscoprire i propri talenti. Ognuno è il creatore della propria esistenza e io mi adopero per concretizzare la mia".
Thony Brandon
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Di solito i titoli li trovo subito, non ho mai avuto problemi sulla loro scelta. Invece per quanto riguarda il resto, tutto viene a rilento. Posso stare in blocco anche mesi e magari avere delle idee a l'ultimo minuto, che se non metto subito su carta svaniscono nel nulla senza poi aver più la fortuna di riportarle indietro. Non ci sono alternative, più che scopiazzare preferisco attendere una nuova epifania.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Dico con tutta sincerità che non leggo, o meglio non sono accanito. (Certo è strano, ma credo che non sia l'unico ad avere questo difetto tra tutte le persone che come me hanno scelto di fare questo "Lavoro"). Ma tornando a quanto stavo dicendo poc'anzi, i romanzi che ultimamente sto amando davvero tanto sono: “Orgoglio e pregiudizio” e “Persuasione” di Jane Austen.
Trovo che sia una scrittrice straordinaria, la sua scrittura, se ben lontana dalla mia, è qualcosa che ti trascina in continue dimensioni, dove trovi davvero piacere nel lasciarti andare alle infinite emozioni che vivi attraverso i suoi incredibili romanzi. Tutto ciò che scrive poi non è lontanamente vissuto da lei, se non in piccole dosi. Lei che era una semplice donna che ha vissuto una vita singolarmente povera di eventi, è stata questa la sua fortuna e sfortuna, l'immaginazione le ha permesso di scrivere grandi romanzi neoclassici di successo, e sicuramente avendo vissuto in un’epoca e in uno strato sociale in cui, in mancanza di altri intrattenimenti, la conversazione, gli incontri, le passeggiate in compagnia, le visite agli amici erano la parte più importante della sua vita quotidiana. E gli eventi più clamorosi e più attesi in quei tempi erano di sicuro i balli, dove potevi incontrare persone interessanti o da non incontrare in un secondo momento, ma pur sempre utili per il suo lavoro di scrittrice. In quel tempo la libertà femminile era limitata al punto che a una donna non era consentito camminare da sola in città o scrivere una lettera ad un uomo che non fosse un parente o il fidanzato, scrivere per lei quindi fu un'ambizione grande tanto quanto il desiderio di vedersi realizzata se non in ambito amoroso almeno sperava nella scrittura. I balli costituivano una straordinaria opportunità per farsi conoscere dalle famiglie facoltose e, alla lunga, per accasarsi. Ed è proprio questo il vivo dei suoi libri. Tutto si concentra tra balli, conoscenze e innamoramenti. Questo è quello che ci accomuna, entrambi amiamo descrivere il semplice vivere delle cose, il fatto di non dipendere del tutto dalla società cui mi trovo, nella struttura dei miei romanzi ci sono storie simili alle sue ma non copiate e sicuramente sarebbe impossibile farlo. Mi piace scrivere storie d'amore e epoca differente dalla mia, perché mi sento un'anima antica, legata a questo genere, seppur uso un linguaggio moderno e giovanile. Infine proprio come la scelta di Jane Austen “vivere della propria penna” è anche la mia filosofia di vita.
6. Ebook o cartaceo?
Entrambi sono utili per far girare l'economia.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Sono ambizioso ed è questo forse il mio punto di forza. Inizialmente scrivevo per conto mio senza mai pubblicare le frasi, poesie o storielle che inventavo. Le lasciavo nei quaderni o nei diari segreti fino all'età di diciannove anni. Poi ho deciso di scrivere seriamente, per dare libero sfogo alla mia fantasia e per sfogarmi di ogni turbamento che vivevo. Ecco scrivere per me è una liberazione, la passione che prende forma. L'unica cura in grado di alleviare le ferite dell'anima e l'unica a riempire gli angoli vuoti del mio essere.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
"Luna piena" è la seconda parte del romanzo "Destino" che ho pubblicato nel 2017 con voi della BookSprint edizioni. Ovviamente riprende le vicende dei due giovani mortali innamorati e appartenenti a casate diverse, quali: I Castrozza e Capobianco, ancora una volta immersi nella lotta tra bene e male in un'epoca lontana da quella nostra. Scontri, duelli, intrighi di corte, stregoneria, vampirismo e licantropia. Sono i temi ancora una volta affrontati in questo romanzo, ma anche l'omosessualità e i contesti di una società ancora oggi piuttosto evidente se vogliamo parlare della mancanza di diritti dell'umanità tutta. Come vi ho detto precedentemente, amo spaziare in più generi non dimenticando il fatto di scrivere un fantasy horror con tinte classiche e contemporanee. Concludo con due frasi prese dal libro che sto scrivendo "La casa dell'artista" (pensieri e poesie) un libro che appunto racchiude tutti i miei pensieri e poesie.
"Gli artisti sono Folli, masochisti, altamente passionali e sensibili."
"Ogni artista fa del suo tormento, un'opera d'arte."
Thony Brandon
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Grande emozione, non potrei dire il contrario. Vedere il proprio figlio nascere da un'idea e averla in forma fisica è una cosa straordinaria e di grande importanza.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Amici e parenti.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia utilissima per chi ha patologie o semplicemente per chi ha poco tempo da dedicare alla lettura in formato cartaceo o elettronico (Ebook). O perché semplicemente la voce che narra può aiutare ancor di più il lettore a comprendere e a immaginare i luoghi, personaggi, dialoghi più dettagliati attraverso la teatralità.