1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Uno scrittore che non sorride, non si emoziona, non soffre delle situazioni che coinvolgono i personaggi dei suoi romanzi, non trasmette alcuna sensazione al lettore e il testo diventa asettiche pagine da sfogliare.
Io a volte piango anche.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Soltanto chi ha vissuto molto e dormito poco, patito assai e amato cento volte, può parlare d'amore.
In ogni romanzo l'Autore inserisce sempre, mistificandole, proprie esperienze.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Sono anche un Artista ... "alla ricerca di un'anima fra i resti di alberi morti",
raccolgo insignificanti radici e pezzi di legno non per metterci dentro un'idea prestabilita, ma per estrarne "l'impronta" che quei materiali mi trasmettono.
Forse ho riesumato dalla matassa del mio vissuto un'idea.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
È una scintilla che invece di generare la vita, determina la fine di tante illusioni.
La scelta più logica.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
"Così parlò Zarathustra" di Nietzsche ... la mia bibbia.
6. Ebook o cartaceo?
Ebok, ebbok, book, bok ... somiglia troppo all'abbaiare d'un cane.
Un libro è come il corpo di una donna, va sfogliato con calma e passione ...
Vero è che ci sono anche donne noiose.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Ho sempre scritto. Sostenuto da una insegnante che si era innamorata di me e che ricordo con affetto: Silvia Avitabile, pubblicavo sul "Vittorioso" i miei racconti di vita vissuta... avevo 12 anni!
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Avevo un appuntamento nei boschi del Monte Vitusha. Invece del personaggio che aspettavo, è improvvisamente sbucato dalla macchia un cervo enorme con un palco di corna preoccupante. Fortunatamente c'erano grossi tronchi dietro i quali ripararsi.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Sollievo dopo tante letture e correzioni.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Io.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Come per l'ebook, cose che non hanno un'anima.