1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Venne il giorno in cui dovetti lasciare il mio paese. L'unico sogno che ho avuto lungo la strada era avere mio figlio con me. Certo che l’ho fatto.
E con tutte le difficoltà sono riuscita a finire l'Accademia di Belle Arti a Roma, in quel tempo; iniziare in un nuovo paese e in una nuova cultura con mio figlio a mio carico non è stato un compito facile, solo dipingere e scrivere mi hanno accompagnato fino a oggi.
Mi ricordo non ho avuto un'infanzia molto tranquilla e non ho avuto una vita facile e ho dovuto di sostenermi da sola.
Le mie difficoltà hanno raggiunto il picco quando mio fratello si è suicidato, dopo questa disgrazia mi sono nascosta tra la scrittura, la pittura e lo sport. Decidere di essere uno scrittore? Non lo so, sono solo consapevole che scrivere poesie o narrativa mi aiuterà ad andare avanti e vivere la vita quotidiana.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un momento particolare per scrivere e ogni volta che sento quello che sto pensando trasmetterò sulla carta. Ricordo di aver scritto il mio primo poema in italiano sull'autobus.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un autore preferito, leggo molto. Mi piace leggere romanzi, sono miei preferiti. Solo per dire, l'ultimo libro che sto leggendo "La bambina che sognava il celo" di Alejandro Parisi, è basato sulla storia vera di una bambina ebrea, mi piace.
4. Perché è nata la sua opera?
Ho sempre cercato di essere utile alla comunità, i bambini e le donne sono stati al centro della mia attenzione. In effetti, anche nei miei dipinti questi sono importanti. Questa storia l’ho sempre avuta con me nella mia testa solo che un giorno ho deciso di metterla per iscritto.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Svolge un ruolo molto importante. La mia vita passata e presente è un fattore fondamentale nella mia scrittura.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Sicuramente per raccontare la realtà, se avessi dovuto descrivere una fuga dalla realtà, l’avrei dovuta lasciare in una scatola nella mia mente e me ne sarei dimenticata.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Forse è tutto e forse la metà. L'unica cosa importante è che questa storia è basata su una realtà universale nella società e nel mondo.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Non so come rispondere a questa domanda. Non esiste una sola persona oltre al mio interesse e la mia esperienza per ricostruire e raccontare i fatti.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Un amico e la mia amica che lo ha letto per sua figlia.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Penso di sì, con l'avvento della tecnologia e l'integrazione d'Internet, leggere diventerà più evidente e l'odore della carta dei libri non dovrebbe essere dimenticato.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non bisogna dimenticare che dipende dall'interesse personale di ogni persona, ma in questo momento e con le condizioni di vita di chiunque abbia poco tempo per leggerlo, può essere utile. Personalmente preferisco il libro.