1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Una persona che ama la riservatezza, carattere amichevole e spiritoso, a portata di mano. Mi chiamano Graziano dalla nascita con il cognome Adamo. Vivo a Modica, a pochi chilometri dalla provincia di Ragusa. Un luogo che, tra tradizioni, usanze, misticità e buon piatti da gustare salati e dolci, mette un'aria di assoluta pace con problemi che ogni città ha. Il fatto di diventare scrittore, è fiorita in tarda età dall'era scolastica. A quei tempi, solo alla vista di un mattone di libro, era come se fosse stata una grande impresa, una vittoria che non riuscivo assolutamente a vincere. Oggi, mi è indifferente: l'importante che un libro mi porta a leggerlo con sé, dalle prime pagine curiose. Lo scrittore in me, iniziava a pensare come fosse stato il proprio libro. Così quel libro in testa, lo tirai fuori.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Penso che ci siano persone che trovano il momento giusto per scrivere. Per me, avere un momento sistematico e ben preciso, mi viene molto difficile. Io scrivo per voglia, per ispirazione, per impegno. Quotidianamente, scrivere mi viene difficile. Mi capita per impegno, per esempio, chiudere un capitolo di un libro, che resto lì a pensare, con nessun straccio di frase che vorrei mettere su, senza nessun risultato, rimandando all'indomani.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho uno soltanto. O meglio! Non ho preferenze. Anche un libro da uno scrittore emergente diventa il preferito. Di più, lo scrittore preferito diventa un ricordo piacevole che ti incuriosisce su cosa ha scritto nel suo nuovo libro.
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera non ha un motivo ben preciso sul perché. Ènata perché forse arrivò il momento di tirarla fuori e di essere letta.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Molto.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Io direi che scrivere è un modo per raccontare il proprio mondo realistico, miscelato con fantasia per sembrare reale.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Direi tanto. Penso che la mia anima è stata artefice.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
No nessuno.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A nessuno.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Ormai la tecnologia ci porta ad avere le cose subito e istantanee, soprattutto a portata di mano. L'ebook è un esempio futuristico ma non si sentirà mai l'odore della carta di un libro soprattutto stampato da poco. Spero che i due modi di far leggere i libri, ebook e cartaceo, camminano sempre in una scelta parallela, senza nessuna preferenza obbligatoria.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È una buona idea per le persone disabili e non.