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19 Nov
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Intervista all'autore - Max Cerba

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Vengo dalla provincia di Venezia e mi sono spostato a Padova per motivi professionali, in quanto ho scoperto un’attenzione maggiore verso la creatività in genere. Io allora scrivevo per la tv e per il Cabaret ma avevo poco sbocco nelle mie zone quindi ho trovato terreno fertile nel Padovano, un po’ come un ricercatore che trova la vena d'oro. Scrittore vero e proprio nel senso più profondo dello scrivere libri credo che sia stato un caso dovuto ad un esigenza, cioè di stare con mio figlio e di giocare insieme a qualcosa che piacesse entrambi. Un po’ alla volta, disegna, scrivi, allaccia, ed eccoci qua!
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Credo nell'intuizione, nel momento "magico". Mi lascio trasportare quindi dalla mia energia creativa, anche se spesso non coincide con il reale momento libero. Ma con i mezzi di oggi ci si può annotare tutto e riprendere quando il momento è più favorevole. In linea di massima comunque la mattina rendo al meglio.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Dan Brown, la sua scrittura è pressoché perfetta. Studiata in ogni dettaglio, ricca di informazioni reali ed è "maledetta". Io definisco maledetti, quegli scrittori che ti costringono a continuare la lettura perché non puoi finire il capitolo e basta. Proprio in quel punto, accade qualcos'altro che deve per forza essere risolto subito. Insomma, siamo schiavi di Dan Brown!
 
4. Perché è nata la sua opera?
Quasi per gioco, io e mio figlio abbiamo iniziato divertendoci a scrivere piccole storie finché ci siamo detti che potevamo provare a scriverne uno sul serio. In realtà è stato proprio Edoardo, appassionato di misteri, a suggerire le Bermuda.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo, vivo da anni nel ramo tv, radio, cabaret e teatro in genere. Quindi vari tipi di scritture ma comunque persone, amici e professionisti votati al pubblico. Con loro, da tempo immemore, ci scambiamo opinioni e pensieri sulle letture da condividere e altre da gettare ahimè…
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Un modo per raccontare la realtà. La mia, quella di mio figlio e la realtà che ci circonda. Il problema è che siamo circondati anche da molta evasione dalla realtà…
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tantissimo. Forse, il personaggio principale del libro, Edoardo, rispecchia più me che mio figlio a cui è pensato. O meglio, quella parte di me che vorrei aver fatto crescere. Un po’ come se un altro Max, vivesse in quel libro.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Assolutamente mio figlio Edoardo. Non a caso il personaggio prende spunto da lui. Edoardo quello in carne e ossa è ricco di inventiva e di suggerimenti che alla fine si sono rivelati utili.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A Edoardo. Non avevo scelta.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non credo. Suppongo che il mondo digitale soppianti quello cartaceo nel giro di pochi anni ma di sicuro nei quotidiani e riviste. Per quanto riguarda il libro vero e proprio credo ci vorrà molto di più.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Bellissima idea. Molto utile per vari momenti della giornata e in grado di essere fruibile facendo altre cose. Mi sono interessato già l'anno scorso e credo si stia aprendo un mondo nuovo con questa tecnologia.
 

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Martedì, 19 Novembre 2019 | di @BookSprint Edizioni

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