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BookSprint Edizioni Blog

28 Ott
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Intervista all'autore - Salvatore Ardita

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono cresciuto in una modesta famiglia del sud composta da genitori e cinque figli. Le origini di mia madre nonché dei miei nonni materni e paterni sono siciliane, quelli materni della provincia di Trapani e quelli paterni della provincia di Catania, anche se mio padre, come me, é nato a Portici (Napoli).
Mia madre era casalinga mentre mio padre era sottufficiale del Corpo della Polizia Penitenziaria.
Da bambino/ragazzo, ho vissuto sia in Sicilia, che in Calabria, Campania e Veneto dato il lavoro di papà.
Poi a 19 anni, anche io ho seguito le sue orme arruolandomi nel Corpo di Pol Pen vivendo in Piemonte come prima assegnazione, poi in Calabria, in Campania e in Puglia, ritornando in Campania nel 1983 e per ultimo a Roma Rebibbia dalla quale sede poi, nel 2000, sono andato in pensione con il grado di Ispettore Superiore.
Ho iniziato a scrivere poesie attorno ai 25 anni dandomi il nome di "Poeta del tempo perduto". Ciò perché man mano che la vita scorreva mi accorgevo che la gente stava perdendo la conoscenza della poesia che la natura attorno a noi manifestava in tutta la sua maestosa bellezza.
Il dopo guerra ha cambiato, in peggio, il vivere civile. Prima si viveva in maniera semplice, pulita e la gente cercava continuamente il contatto con i propri simili, ma dagli anni settanta ad oggi ogni contatto é diventato una situazione di convenienza o di prepotenza verso i propri simili. Oggi non vi é più dialogo.
Ciò nonostante io ho continuato a vivere la mia vita nella maniera più semplice ed onesta possibile dedicandomi sempre più allo scrivere. Prima poesie che poi distribuivo ad amici e colleghi così poi come per i racconti.
Sono un appassionato della Poesia anche perché i primi autori che ho letto sono stati i grandi Pascoli e Montale ai quali, emotivamente, mi sento molto vicino, forse per la loro tristezza o per il modo di descrivere meravigliosamente con i loro componimenti, ogni particolare del mondo che li circondava.
Leggendo e riflettendo che ogni poeta e scrittore espone le proprie emozioni facendone dono a chi legge, la penna ha preso possesso delle mie mani, permettendomi di scrivere poesie in italiano ed in vernacolo a schema libero.
Nel 1993, partecipai ad un concorso presso il Centro Culturale "Antitesi" di Roma. La Commissione d'esame mi rilasciò un attestato come Poeta e Scrittore. Da quel giorno non ho smesso più di scrivere.
Tra l'altro, un mio collega vedendo qualche poesia mi sollecitò a raccoglierle in un libro e così feci anche se poi non l'ho mai pubblicato.
Un bel giorno, ormai famoso tra i miei colleghi, fui invitato da uno di loro, plurilaureato a raccontare la mia storia. Si trattava di Alessandro Pucci di Firenze, in ferma volontaria nel Corpo che dopo avermi ascoltato mi invitò a scrivere il tutto in un libro. Cosa che poi feci nel racconto "Una Estate di tanti anni fa....). Così nacque il mio primo vero racconto breve a seguito del quale ne composi molti altri tutti in autopubblicazione presso il Sito di www.lulu.com e www.il mio libro.it.
Racconti quasi tutti originati da storie realmente accadute che in tanti mi narravano per farne raccolta di aneddoti veri di vita reale.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La sera tardi e molto spesso la notte.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
De Crescenzo e Bevilacqua.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Per narrare una storia d'amore vera, realmente accaduta in Roma negli anni '90, anche se per alcune ragioni il finale é diverso dalla realtà.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Tantissimo. Vorrei far comprendere che vivere per anni ed anni (35) in un contesto come "Il pianeta carcere", non é cosa semplice. O parti con l'idea di essere solo un tutore della Legge che applica il regolamento oppure ti immedesimi in quello che la stessa Legge impone di rispettare, cioè, "Il vigilando Redimere", cosa che non sono stato mai d'accordo perché le Guardie prima fanno il turno sul muro di cinta con le armi in pugno per respingere eventuali evasioni dall'interno o assalti dall'esterno e poi fare il turno interno disarmati e tentare di redimere il condannato. È una cosa illogica e contraria ad ogni etica morale.
Inizialmente quando prendi servizio per la prima volta tutto appare confuso e senza senso, poi, man mano che vai avanti negli anni e nei gradi superiori, ti accorgi che é solo un bluff politico ed inizi a sentire e vedere cose che sono contrastanti con le Leggi di "Vigilando Redimere" e devi o assecondare oppure combattere contro l'ignoranza degli esseri umani e contro lo strapotere di burocrati e politici che per i propri interessi "sporcano" ciò che può essere realmente umano e bello.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Ambedue.
Diventa una evasione dalla realtà quando hai bisogno di sognare e sentirti in un mondo tuo, protetto, dove nessuno può farti del male, ma é anche una maniera di raccontare la realtà del mondo che ci circonda per far sì che questa realtà non sia mai dimenticata ma resti nella memoria della storia del cammino degli esseri umani.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tanto, sia per quantità di emozioni che di sentimenti.
In ogni cosa che si scrive c'é sempre qualcosa dell'autore.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
No. Per questa mia ultima opera "Il velo di Maya", non c'é nessuno perché l'ho scritto personalmente ispirandomi ad una storia realmente accaduta in Roma per diretta conoscenza.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Alla mia attuale compagna prima che perdesse del tutto la vista.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Dal come si sta espandendo il mercato del libro, credo di sì, ma ciò, credo, non sia cosa buona perché, nessun sistema di lettura può sostituire il piacere immenso di sentire l'odore di un libro appena acquistato, di sfogliarne le pagine e leggerne il contenuto proiettandosi all'interno del racconto o della poesia desiderata.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È un mezzo assai importante ed utilissimo soprattutto per le persone, come la mia compagna, che non hanno più la possibilità di leggere un libro cartaceo. Con l'audiolibro, attraverso l'ascolto ed il buio che li circonda, possono provare le stesse emozioni e sentimenti di chi legge con i propri occhi.
 
 
 
 

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Lunedì, 28 Ottobre 2019 | di @BookSprint Edizioni

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