2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Al mio risveglio nascono i miei pensieri, che poi fisso in appunti e poi durante il giorno trascrivo sul computer.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Bevilacqua…. Susanna Tamaro.
4. Perché è nata la sua opera?
Si tratta di una raccolta di storie soprattutto di preti, a partire dal 2000. A dire il vero ho scritto molto, per gusto personale. Ho fatto ben 23 libri, curati, editi da me e regalati agli amici. Non mi sono mai affidato ad una casa editrice. Un lavoro artigianale. I primi erano corredati da molte foto, essendo un appassionato della fotografia.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Certamente i miei scritti risentono del mio vissuto, a volte sofferto, ma anche avventuroso. Rispecchiano il 'vestito' che ho indossato per tanto tempo.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Coniugo sempre realtà e sogno. Fermarsi al solo reale è duro e limitante, far viaggiare la fantasia è per me una necessità.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Sono le mie esperienze, il mio vissuto.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
No.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Non si tratta di un romanzo, ma di racconti, di storie.
Le hanno lette in molti perché ho usato i miei racconti come 'prediche' dal pulpito, che non c'è più.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non lo so, perché non l'ho mai usato. Comunque, credo di sì.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ne penso bene, perché oggi è sempre più difficile comprare un libro e leggerlo. È preferibile sfogliarlo su internet.