1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono figlio di un professore universitario e ho sempre avuto interesse per la cultura. Ho cominciato a scrivere a diciott'anni e ho poi sempre continuato a farlo.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Scrivo soprattutto la mattina, a mente più lucida. Scrivo, inoltre, molto a commento di quel che leggo, via via nel corso del giorno.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Tra i classici il mio autore preferito è Tolstoj, tra i contemporanei Lin Yutang. Come giornalista amo molto Travaglio.
4. Perché è nata la sua opera?
Scrivo sul socialismo perché ritengo che il capitalismo sia sistema molto criticabile, perché fa leva solo sull'interesse personale. L'idea che le imprese debbano essere gestite dai lavoratori mi è sempre sembrata ovvia e ho cercato da tempo di capire come mai l'idea non si affermi.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ho avuto un padre molto colto e ottimi insegnanti di liceo.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere aiuta a capire meglio cosa si pensa, a razionalizzare il proprio pensiero.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In ciò che scrivo ci metto le mie convinzioni più profonde. Il mio socialismo nasce dalla formazione cattolica che ho avuto.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nessuno in particolare.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ho fatto leggere il mio libro agli amici, con cui sempre molto discuto, alcuni l'hanno letto due volte.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non credo che ci sia di meglio della carta stampata.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non mi interessa.