1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Grotte e cresciuto fino a diciannove anni nella provincia di Agrigento e precisamente: ad Aragona durante il periodo scolastico, e a Grotte durante il periodo estivo.
Nei successivi tre anni ho girovagato (come dicono i siciliani) nel continente Italia per lavoro, e in Germania.
A ventidue anni ho preso servizio come impiegato statale nella città di Forlì.
Attualmente sono residente a Predappio in provincia di Forli-Cesena.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Consiglierei un libro che lo porterebbe a riflettere su ciò che siamo stati: dei libri che parlano un po’ della nostra storia. Molti giovani a mio parere, conoscono poco o niente la storia dei loro genitori, e dei loro nonni.
(Questo è uno dei motivi che mi hanno spinto a scrivere).
Potrebbe essere frustante per loro, se un giorno voltandosi indietro si accorgessero di non avere una storia alle spalle.
Diceva lo scrittore Luis Sepulveda:
"Un popolo senza storia è un popolo senza futuro".
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Penso che è: cosa buona e giusta diceva un nostro Vecchio Amico.
A parte gli scherzi, penso che per molti ragazzi potrebbe essere una buona alternativa l'eBook, dal momento che non tutti si possono permettere di comprarsi un libro.
Vedi la crisi economica che stiamo attraversando.
Comunque il libro cartaceo ci sarà sempre.
Molti lettori dicono che il libro cartaceo è caldo, crea una calda atmosfera, mentre il lettore eBook è freddo.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Non è né l'uno e né l'altro. Per me è stato un amore di cui non sapevo di amare.
Nella mia vita ho sempre scritto per motivi di lavoro.
Per me è stata una scoperta prendere consapevolezza che potevo essere in grado di scrivere un romanzo.
Così come è stato una scoperta prendere consapevolezza che ero in grado di comporre musica.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Il desiderio di far conoscere ai miei discendenti le loro origini.
Poi mi prese la mano e mentre scrivevo, le parole si trasformavano in romanzo.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Di ricordarsi che il presente è figlio del passato.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Mi ricordo che da piccolo volevo fare lo scrivano. Non mi ci vedevo a fare i lavori manuali.
Poi a quattordici anni incominciai a scrivere poesie e quando presi servizio come dipendente pubblico, la scrittura diventò il mio pane; ma non avrei mai pensato di scrivere un romanzo.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
La nascita di mia nipote. Ho pensato: chi le racconterà la vita dei suoi bisnonni, se neanche i miei figli, hanno piena conoscenza della mia vita.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Sì… perché non sapevo come chiudere. Inoltre le pagine scritte mi sembravano poche. Poi mi ricordai della trebbiatura e diedi sfogo alla mia fantasia.
10. Il suo autore del passato preferito?
Giovanni Verga. Ho apprezzato molto: “I Malavoglia”;
“Mastro Don Gesualdo”; tutte le novelle, ecc.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia un nuovo sistema per vendere opere scritte e opere musicali nello stesso pacchetto.
È un’idea che rientra tra i miei progetti futuri.