1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Salve! Sono De Vita Vittorio, un ragazzo di 21 anni cresciuto "a pane e libri". Sin da quando da bambino sono divenuto un avido lettore, ho sempre desiderato poter riuscire a scrivere qualcosa che riuscisse ad affascinare gli altri.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Di solito la notte: spesso non riesco a dormire ed il più delle volte è perché mi sento ispirato, allora prendo carta e penna e comincia la magia.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non posso dire di avere un autore contemporaneo preferito in assoluto, ma ultimamente ho apprezzato molto "Aristotele e Dante Scoprono i Segreti dell'Universo" di Benjamin Alire Saenz, la saga della "Regina Rossa" di Victoria Aveyard, "Chiamami col tuo nome" di André Aciman, le saghe di fantasy mitologico di Rick Riordan, "Gens Arcana" di Cecilia Randall e, per finire, qualunque cosa esca dalla penna di J. K. Rowling.
4. Perché è nata la sua opera?
Sostanzialmente scrivo poesie da quando ho un minimo di coscienza di esse: mi servono per esprimere i miei sentimenti nei momenti in cui nient'altro mi permetterebbe di farlo. Le parole scaturiscono dalla penna quasi autonome e consentono un overflow di sensazioni ed emozioni che si riversano così sulla carta in modo da calmare le tempeste che imperversano dentro di me. Così, raccolte un bel po' di poesie, la BookSprint Edizioni mi ha consentito di realizzare uno dei miei sogni: pubblicarne una raccolta.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
La mia formazione letteraria è dipesa fortemente dal mio contesto sociale: è la mia famiglia che mi ha avviato alla lettura e sono stati i miei professori liceali a spingermi verso i classici della letteratura, che prima invece non preferivo e che ho scoperto invece di amare.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Penso entrambi: scrivendo si può evadere alla ricerca di un rifugio o immergersi nella realtà circostante per rilevarne ogni dettaglio. Io, scrivendo, sento di imprimere sul foglio la mia realtà: ciò mi consente momentaneamente anche di prenderne le distanze e di valutarla in maniera più oggettiva e critica.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
"La scrittura è lo specchio dell'anima."
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Ogni evento accadutomi e ogni persona incontrata mi hanno portato ad essere ciò che sono ora, che è essenzialmente ciò che è raccontato nelle mie poesie. Ringrazio particolarmente i miei amici, mia madre e mia nonna che mi hanno sempre supportato in questa mia passione e senza i quali non avrei mai osato pubblicare questa raccolta.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ai miei amici e alla mia famiglia.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Personalmente credo di no: adoro l'odore e la materialità di un bel libro e non li sostituirei mai con un ebook. Credo però sia molto comodo il poter racchiudere diversi libri su un solo dispositivo: è quindi comunque una risorsa da non sottovalutare, soprattutto nell'era informatica in cui viviamo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Apprezzo molto gli audiolibri: sono prima di tutto un'utilissima risorsa per chi ha problemi di vista, inoltre credo che molto spesso il sentir leggere con la giusta intonazione ed espressività renda molto di più.