1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Tutti mi chiamano Sandro ma il mio nome anagrafico è Arturo. Sono nato a Tripoli, bel suol d'amore durane la Seconda Guerra mondiale ed è forse per questo motivo che non amo le guerre. Ho amato invece il dopo guerra che è stato, non solo per me, un periodo di vita fantastico. Sono cresciuto in Calabria e precisamente a Bagnara Calabra in provincia di Reggio Calabria detta la gemma della Costa viola per i riflessi viola del suo fantastico mare. Non mi definisco scrittore. Mi piace scrivere dei pensieri sulla mia pagina di Facebook.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La mattina quando apro il computer, vado nella mia pagina Facebook e incomincio a scrivere pensierini.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Più che altro leggo libri di teologia. Mi piace molto François de la Rochefoucauld.
4. Perché è nata la sua opera?
La considero una idea stravagante.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Non molto. Non credo di avere una adeguata formazione letteraria.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambi, ma di più un modo per raccontare la (mia) realtà.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è il mio modo di vedere le cose.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
No.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ancora a nessuno. Il mio non è un romanzo, è una raccolta di pensieri.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sicuramente.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Il cartaceo credo che ancora venga preferito.