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BookSprint Edizioni Blog

27 Ago
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Intervista all'autore - Lorenzo Mura

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
In realtà, nessuna particolare emozione. Ma il riuscire a mettere su carta alcuni momenti di vita vissuta, con la consapevolezza di renderli accessibili ad altri, è senz'altro una bella soddisfazione. Soprattutto se tra le righe diventano poi "tastabili", anche le sensazioni vissute in quei momenti.
È stata davvero una bella esperienza...
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Ovvio che qualcosa è stato omesso perché molto intimo o poco influente ai fini del racconto, ma il libro narra di una reale esperienza di viaggio, quindi direi tutto.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Cosa ha significato per me tutto questo? Beh, considerato che non mi ritengo di certo uno scrittore, è stata soprattutto una grande soddisfazione personale. La dimostrazione reale che chiunque, con un po' di passione e impegno, è in grado di creare un qualcosa che può essere di tutti e magari, per sempre. "Scripta manent", no..?
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
No. Direi che il titolo è nato nello stesso momento in cui decisi di scrivere il racconto. Nessuna alternativa.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Non sono molto credente, ma la Bibbia è un libro che mi ha sempre incuriosito.
Sì, senz'altro una copia della Bibbia.
Perché? Credo che, religione a parte, sia qualcosa che offra notevoli spunti di riflessione. E dovendo trattenermi a lungo in un posto così solitario, la vedrei come una lettura appropriata in una simile situazione...
 
6. Ebook o cartaceo?
Senz'altro cartaceo. L'odore della carta e il frusciare delle pagine sono cose per me insostituibili, nella lettura di un libro...
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Mai pensato lontanamente di farlo...
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
All'inizio, è cominciato soltanto perché ero stufo di raccontare questo viaggio ad ogni amico che incontravo. Durante ogni raduno a cui ero solito partecipare, erano in tanti, curiosi di conoscere particolari, itinerari e quant'altro, relativi al viaggio.
E così, pensai di creare diversi post sul nostro forum motociclistico, per dare la possibilità a tutti di conoscere questa mia ennesima "avventura" su due ruote.
Un racconto a puntate che mi tenne impegnato per oltre un anno e che riscosse un notevole successo.
Poi, tra "copia/incolla", aggiustamenti vari e l'inserimento di qualche foto, é nato quello che sarebbe poi diventato un libro vero e proprio.
Un aneddoto legato al mio racconto?
Senz'altro la particolarità dell'essere stato scritto interamente con uno smartphone, utilizzando un piccolo programma di scrittura.
Forse l'unico libro nato da un telefono..?
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È una sensazione bellissima, anche e soprattutto quando chi lo realizza non è uno scrittore. Dopo quasi tre anni trascorsi dal nascere della semplice idea, avere tra le mani un libro sapendolo veramente tuo, dà una soddisfazione incredibile. Ore e ore a pensare, scrivere, cancellare, leggere e rileggere... Tuo, con il tuo nome stampato sopra... Soddisfazione, orgoglio... Difficile anche da spiegare a chi non lo ha mai provato.
Realizzare qualcosa che potrebbe anche sopravviverti è davvero unico...
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Quando ancora non era un libro, ma una semplice raccolta di appunti di viaggio, è stato letto da diversi miei amici bikers facenti parte del mio club motociclistico.
Quando poi, con diverse aggiunte e varianti, è diventato un vero libro, la palma spetta senz'altro mio fratello Roberto, a cui è piaciuto molto.
Tra l'altro è anche merito suo, se adesso il mio racconto è una realtà commerciale.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Personalmente lo ritengo un sussidio interessante per bambini e persone non vedenti, anche se quest'ultime hanno sempre la possibilità della sempre valida scrittura "Braille".
Ma è mia opinione che leggere ed ascoltare siano due forme di apprendimento ben diverse, e forse quest'ultima non riporti le stesse sensazioni della scrittura tradizionale.
Come vedere un film senza audio, limitandosi a leggere i sottotitoli...
 
 
 
 

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