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17 Ago
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Intervista all'autore - Monica Zarantonello

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è come parlare, anzi è meglio. Quando parlo mi emoziono, a volte mi blocco, altre sbaglio ad esprimermi, mentre quando scrivo le parole escono da sole, le emozioni che provo sono incontrollabili. A volte rido da sola, altre mi commuovo. Quando scrivo sono del tutto rilassata e abbandonata a quella cascata di immagini che prendono vita in modo silenzioso ma coinvolgente.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
La mia vita è sempre presente nei miei libri. Io racconto la storia di donne che mi hanno aperto il loro cuore, mi hanno parlato dei loro problemi, ma alla fine è sempre di me che si tratta, o meglio di come una parte di me avrebbe reagito in determinate circostanze, o se si fosse trovata in quelle condizioni. Cerco di mettermi nei panni dei miei personaggi e raccontare emozioni e sensazioni che io stessa in prima persona posso aver vissuto, vivo o potrei vivere.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ogni romanzo è per me una sfida differente. Metto in gioco le mie debolezze, mi pongo degli obbiettivi, metto in discussione le mie certezze e alla fine… voglio vincere. Non è facile, ma so di avere davanti a me un mondo pieno di incognite e quello che desidero è portarle alla luce, per risolverle nel bene come nel male, con la giusta dose d’ironia.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Sapevo già quale sarebbe stato il titolo prima ancora di iniziarlo perché è una trilogia, questo è il secondo romanzo, quindi il secondo mistero che volevo svelare a me stessa e a chiunque abbia voglia di porsi davanti a se stesso con la massima trasparenza.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Il libro che rileggerei più e più volte senza mai stancarmi è “Jane Eyre” di Charlotte Brontë. Amo il suo modo di scrivere, così come la maggior parte dei classici, dove il parlare risulta ricco di doppi sensi o di piccole sfumature tanto ardite quanto emozionanti.
 
6. Ebook o cartaceo?
Il cartaceo per me rimane il modo migliore per immergermi nella lettura, anche se mi rendo conto che oggi come oggi l’ebook risulta il metodo più comodo, economico e pratico.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non ho mai smesso di scrivere da quanto ho imparato e così pure di leggere. In quinta elementare ho scritto il mio primo romanzo e non ho più smesso. Per me tutto ciò che mi circonda ha una storia che merita di essere scritta.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Essendo una trilogia era già nella mia mente prima ancora di essere sviscerato e poiché amo raccontare la storia di disegni fatti in precedenza anche questo era già pronto e sapevo che sarebbe stato il prossimo a finire sulla copertina. La cosa divertente è che la storia viene scritta in funzione delle mie emozioni, di quello che provo o vivo in quel particolare momento della mia vita. Una volta ho litigato con mio marito nel momento in cui stavo affrontando nel libro una particolare situazione che riguardava il marito della protagonista e vi assicuro che ha rischiato grosso … almeno tra le righe di quel capitolo…
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Ogni volta è un’emozione incredibile e differente, soprattutto quando stringi tra le mani il tuo lavoro. Come ogni artista che vede il proprio progetto prendere forma e consistenza ti senti invadere da una gioia indescrivibile.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia madre. Ed è stato davvero commovente vederla emozionata, arrabbiata, divertita e a volte stupita per quello che accadeva, domandandosi continuamente come avrebbero reagito i protagonisti, o cosa sarebbe successo dopo quella particolare situazione. In teoria sono le mamme a leggere ai loro figli, ora sono io a farlo per lei e a lei, e non mi dispiace affatto.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È stata senza dubbio un’idea geniale che andrà via via aumentando la schiera dei sui appassionati. L’audiolibro è un modo incredibilmente utile per portare avanti il piacere della lettura, anche quando si è troppo impegnati per farlo, come in macchina o sotto l’ombrellone, quando non si ha voglia di guardare la televisione o semplicemente quando gli occhi non sono più così giovani da permetterti tante ore di impegno.

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Sabato, 17 Agosto 2019 | di @BookSprint Edizioni

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