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17 Ago
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Intervista all'autore - Antonio Insardi

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Iniziai negli anni '70 - sono ormai '50 anni - le emozioni c'erano nei primi 20 anni, poi è diventato, per me, un passa tempo. Cominciai con piccoli racconti che mi riguardavano - ero istruttore di Scuola Guida - scrissi, come era ovvio , "L'AUTOTRENISTA”, ma, non so perché, il manoscritto, rimase nel cassetto, forse perché avevo smesso di fare Scuola Guida ed ero entrato come ragioniere in una ditta di trasporto pubblico di persone. In questa nuova qualità, scrissi una piccola storia di un amore contrastato - e alcuni ricordi della guerra.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Parlando di questi 4 personaggi della Bibbia, nella mia vita di Cristiano praticante, posso dire che da quando cominciai a ragionare con la mia testa, vi era entrato tutto il contenuto che parla di Dio, della caduta dell'uomo e la sua redenzione tramite il sacrificio sulla croce di Gesù Cristo.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Stare immerso in quell'ambiente e camminare, mentre scrivevo, con Adamo, Noè, Abramo e Mosè, sono stato sempre in buona compagnia e scrivendo quello che io pensavo e facevo dire loro, oppure li accompagnavo, erano momenti di riflessione anche da parte mia.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Molto semplice. "SECONDO LORO", un titolo nato prima ancora d'iniziare a scrivere quello che loro (in genere io) pensavano e commentavano.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
"È COME IL LUPO NELLA FAVOLA " - Perché, nemmeno dieci giorni fa ho finito di leggere l'ennesimo romanzo di Jules Verne - si sa che era Francese - L'ISOLA MISTERIOSA - e logicamente anche deserta - lungo 750 pagine, quindi una buona compagnia. Lo scrittore Jules Verne, ovviamente, che leggevo anche da ragazzo e avevo letto DALLA TERRA ALLA LUNA - DIECIMILA LEGHE SOTTO I MARI - con Capitan Nemo e il Nautilus.
 
6. Ebook o cartaceo?
L'Ebook è figlio della modernità, con tutte le altre modernità che ha portato l'inizio di questo - terzo millennio - è l'estratto dell'elettronica - piace a chi piace la modernità - a me personalmente non piace, non lo gusto, non lo sento vicino a me come il - cartaceo, amico che reggo con le mie mani - metti un dito tra le pagine e ti riposi un attimo - lo riapri e riprendi a leggere e risenti il suo dorso che ti riscalda - è tutta un'altra sensazione!
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Da quando, nel 1985, a 60 anni, mi misero in pensione, dicendomi che non avevano più bisogno di me - largo ai giovani - oggi a 60 anni è tutta un'altra cosa, si è ancora giovani e si va in pensione a 70 e 80 - per modo di dire. Per esempio: i sindaci dei piccoli paesi, non vanno mai in pensione,  possono durare 'vita natural durante' . Cominciai a scrivere racconti più lunghi e cominciai anche a cercare l'editore che faceva per me... e non fu facile, ci riuscii nel 2002 e feci pubblicare, allora, per iniziare, una raccolta di Poesie.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Fu una scommessa con un amico prete, lo posso anche nominare poiché ora - riposa nella casa del Signore - si chiamava Don Cesidio Cardarelli e l'avevo incontrato per caso, a Castellamare di Stabia, a una premiazione di un Concorso di Poesie, al quale avevamo partecipato entrambi. Facemmo il ritorno assieme e parlavamo di religione e di libri: Antico e Nuovo Testamento. Gli domandai se aveva idea di quello che pensavano i vari personaggi e mi diede lo spunto - di quello che ho scritto.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Nei primi tempi c'era qualche sentimento diverso che si muoveva dentro: tenevo in mano il libro nel quale erano state riportate tutte le parole che avevo scritto a penna su un pezzo di carta - volante - e, quello stesso scritto, aveva una sua vesta ben diversa, un suo formato che dava soddisfazione.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Quel mio nipote professore, che spesso vi ho nominato, per avere un suo primo giudizio, mi disse che nell'intera stesura c'era qualche circostanza o qualche pensiero di troppo, l'abbiamo, poi, riletto assieme per dare una sfoltitina, senza cambiarne il contenuto e senza variare lo stile, che è sempre mio.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Potrei dire la stessa cosa dell'Ebook - un conto avere una fidanzata lontano e altro - tenerla tra le braccia - come potrei dire anche di un amico. La vicinanza riscalda: il libro in mano, mi dà la sensazione di stare là dentro e seguire il protagonista in tutte le sue azioni che mi tengono preso, mi affascinano e quando leggo una scena più accattivante, torno indietro e la rileggo...
 
 
 
 
 

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Sabato, 17 Agosto 2019 | di @BookSprint Edizioni

1 COMMENTO

  • Link al commento Antonio  Insardi inviato da Antonio Insardi

    Certo, non commento la mia intervista, voglio spendere due parole per il lavoro che è stato fatto per il mio libro: SECONDO LORO. Specialmente la copertina, è classica, è artistica, in sé racchiude il contenuto del libro, l'impaginazione ha dato al libro la forma di un 'tomo' pieno di vita.

    Sabato, 17 Agosto 2019 21:48

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